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Agora' Agora - 30 ottobre 1995
PANNELLA: DOMANDE E PAROLE CHIARE A SILVIO BERLUSCONI.
SUI REFERENDUM EGLI SI E' GIA' ASSUNTO PESANTI (IR)RESPONSABILITA', MENTRE LA FININVEST HA CONTINUATO A COMPORTARSI CON PROTERVIA, PERFINO PEGGIO CHE LA RAI-TV, MENTRE IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SI OSTINA A NON VEDERE LA VIOLENZA DELLA QUALE LA COSTITUZIONE E IL PAESE TORNANO AD ESSERE VITTIME, VUOL FAR DI PEGGIO?

Roma, 30 ottobre 1995

nel quindicesimo giorno del (nuovo) digiuno di Stanzani e Bernardini di Vigevano e Strik Lievers, e di altri militanti nonviolenti.....

"Chiedo pubblicamente e ufficialmente a Silvio Berlusconi se e quando firmerà le richieste referendarie per la terza volta da noi riproposte al paese, in un clima di violenza e di illegalità pubbliche, di sottrazione della verità e della conoscenza del paese, nell'ostinato silenzio del Presidente della Repubblica che non vede o non vuole vedere la gracità del disegno criminale e anticostituzionale che si persiste a compiere. Per la terza volta.

Silvio Berlusconi sa benissimo che quando si è leader di uno schieramento, quando si professano certi ideali e si assumono determinati impegni, e si afferma di credere ad alcuni obiettivi ed alcune necessità civili e politiche, il primo compito è quello di dare l'esempio. In casi del genere, se si firma si da l'esempio per firmare, se non si firma, lo si da per non firmare.

Se si tace sull'argomento, vuol dire che si ritiene (e si vuole che altri ritengano) che esso sia o vieto, o vietato, o marginale, o insignificante.

Già Silvio Berlusconi, per non parlare della Fininvest, si é assunto la responsabilità di tacere e far tacere sulla importanza di referendum liberali e liberisti sottoposti al voto popolare la scorsa primavera, sicché - lasciati come sempre totalmente soli - in Italia si è mancato per un soffio la rivoluzionaria elezione diretta in un solo turno dei sindaci, un radicale ridimensionamento del prepotere e della corruzione sindacatocratica, l'altra faccia delle medaglia di quelli partitocratici. E, per la sua opposizione (che si è aggiunta a quella corporativista e conservatrice, trasformistica di tutti gli altri partiti, triste omologazione di FI) sono state battute due significative riforme liberali nel settore del commercio.

Successivamente, Silvio Berlusconi, malgrado la grande maggioranza dei parlamentari e degli esponenti liberali di F.I. si pronunciassero da tempo a nostro favore, ha rifiutato qualsiasi tipo di appoggio concreto, di sostegno anche solamente formale, alla campagna volta ad avere, già nella prossima primavera, e stravincere, le riforme referendarie sulla giustizia, sul sistema elettorale americano, su grandi e puntuali riforme liberiste. Alla fine, per lo spazio di una sola domenicale, mattina, s'appellò al paese, ma fu il primo a non fare quel che gli chiedeva. Ora centomila cittadini hanno già apposto duemilioni di firme autenticate. Quando seguirà il loro esempio?".

 
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