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Agora' Agora - 17 novembre 1995
PANNELLA: II LETTERA APERTA AL DIRETTORE DI "IL CORRIERE DELLA SERA" PAOLO MIELI, CONTRO UN'INFORMAZIONE OLIGARCHICA E ANTIDEMOCRATICA.
PERCHE' "IL CORRIERE DELLA SERA" IGNORA E FA IGNORARE EVENTI DI MASSIMA FORZA E NOVITA'. CINQUECENTO PARLAMENTARI E LEADER POLITICI DENUNCIANO UN GRAVISSIMO ATTENTATO AI DIRITTI CIVILI E POLITICI DEL CITTADINO. CINQUANTA DIGIUNANO GANDHIAMENTE. PER "IL CORRIERE" TUTTO QUESTO E' VIETO, PERCHE' VIETATO.

Roma, 17 novembre 1995

"Caro Direttore,

vuoi aiutarci? Come definire altrimenti che oligarchica, continuista, faziosa, violenta e irragionevole, in una parola ideologica, la vostra "informazione?".

La maggioranza assoluta dei parlamentari della Repubblica, quasi 500 parlamentari, fra i quali nemici giurati, si uniscono per denunciare pubblicamente un vero e proprio "attentato ai diritti politici dei cittadini" e chiedono al Presidente della Repubblica di intervenire, immediatamente e pubblicamente, per porvi riparo. Indicano nel servizio pubblico della RAI-TV l'autore di quell'"attentato" (reato giudicabile in Corte D'Assise) e, implicitamente ma chiaramente, nell'ordine giudiziario il principale responsabile di un comportamento omissivo e connivernte.

Questa notizia, che in qualsiasi altro paese civile (e no) avrebbe avuto la prima pagina, sarebbe stato fonte di scoop, per "Il Corriere della Sera" non è praticamente esistita.

Oggi stanno digiunando, per gli stessi motivi politici e aggiungendosi, per "sostituirli", al sen. Stanzani, ai deputati Vigevano e Strik Lievers, ed a altri, che sono al loro 33.mo giorno di digiuno, anche in sostegno della richiesta dei 500 parlamentari, diverse decine di senatori e di deputati, appartenenti a Rifondazione Comunista fino a Alleanza Nazionale, passando per tutti i gruppi politici parlamentari. La notizia è assolutamente senza precedenti in tutti i paesi del mondo occidentale. L'Italia sta passando nettamente al primissimo posto, nel mondo, per grandi fatti di tolleranza, e anche di nonviolenza gandhiana.

Voi vi comportate come nel 1968 in Italia e in Europa i gruppi delle rivolte "studentesche". E come da sempre in paesi antiliberali e totalizzanti.

Tutto quello che appartiene davvero ad una cultura emergente di tolleranza, di lotta civile nuova, di alternativa liberale per l'affermazione del diritto e dello Stato di diritto, tutto questo è per voi "vieto", scontato, de jà vu. Ma solo perché l'esperienza è un fatto interiore: altrimenti, in Italia, tutto questo è sempre stato oscurato, vietato. Voi continuate a vietarlo. Avete buona coscienza a buon mercato. Non siete giornalisti liberali, nemmeno giornalisti-giornalisti. Ma giornalisti partigiani, della fazione".

 
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