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Agora' Agora - 23 novembre 1995
LA REPUBBLICA 23 NOVEMBRE 1995

IL NUDE LOOK DELLA POLITICA

Articolo di Curzio Maltese

prima pagina

Dopo mesi di silenzio sui venti referendum radicali, tv e giornali hanno voluto dar ragione a Pannella dedicando enorme spazio allo spogliarello di otto suoi discepoli con dovizia di cronache, commenti, psicoanalisi e foto o immagini a corredo, variamente censurate. Buona, a proposito, la trovata di Striscia (programma molto seguito dai bambini) di coprire i genitali riformatori con la testa del loro leader. Lo spettacolo, in sé deludente, non meritava tanto. Tutto sommato, un passo indietro dei pannelliani rispetto ai pornocomizi dell'onorevole Cicciolina con uso, davvero libertario, di pitone. L'argomento, i referendum, o meritava anche prima o neppure dopo. gli italiani non ci credono più. Per questo non si fermano ai banchetti come han sempre fatto, fregandosene del "silenzio di stampa e tv di regime". Infatti a che cosa sono serviti gli ultimi referendum? Abbiamo votato compatti l'abolizione di alcuni ministeri, il sistema maggioritario e la privatizzazione della Rai. Risultato: più ministri di prima, q

uaranta (!) partiti rappresentati in Parlamento e la Rai morattiana che vuole allargarsi alle pay tv. Ma questa è politica, merce vecchia. Ormai conta soltanto l'Immagine. Ed è qui che casca l'asino, anzi gli asini della seconda repubblica. Perché queste immagini le abbiamo già viste. In televisione, naturalmente. La politica di oggi, diciamolo, non è altro che la televisione di dieci anni fa. L'orrida tv degli Ottanta. Lo smagliato, dilettantesco strip di Stanzani e compagni assomiglia agli spogliarelli di casalinghe di TeleCupole. Il senatore Boso, con la sua verve demenziale, rimanda al Boldi-Cipollino e ad altri scemi del villaggio globale lanciato da Drive In. Il dandy Bertinotti colma il vuoto lascito sul sofà televisivi del lookologo Roberto d'Agostino. E' evidente che il buonismo della sinistra esce dritto dritto da Portobello. Così come il Di Pietro politico è alla virgola, quasi all'accento, il Celentano di Fantastico. Per non citare il solito Berlusconi, a metà fra un eroe di Dallas con villone-

ranch alle spalle e un venditore di truciolati alla Guido angeli. Perfetto risulta l'accostamento stilistico e anche acustico fra Alessandra Mussolini e Wanna Marchi. Quanto a Ferrara è sempre lui, golosamente immerso da anni nei bidoni dell'immondizia. E vale la pena di ricordare che il primo partito del Parlamento, Forza Italia, nasce come selezione di nuovi volti mediamente provini tv? Se il teorema è vero, ci attendono dieci anni orribili. Basta considerare l'evoluzione della tv italiana dall'86 ad oggi. E s'illude, anzi sbaglia, chi pensa di fermare l'escalation staccando la spina al teatrino. O peggio ancora, criticandolo. Sono forse servite le critiche e l'opposizione all'avvento della tv spazzatura da parte della cosiddetta "società civile", tante associazioni e centinaia di opinionisti, sociologi, filosofi e perfino dirigenti televisivi? No, se non a rallentare l'inevitabilità del peggio, rendendo ancor più lungo e penoso al popolo italiano il cammino che ci avrebbe portato da Arbore ai Gialappa's,

da Tortora a Castagna, dallo "stronzo" una tantum agli Sgarbi Quotidiani, dal Festival di SanRemo ai sette festival di Pippo Baudo, dal Mike del giovedì al quiz continuo e da una a tre Carlucci. Forti della tragica esperienza, e nell'interesse del Paese, bisogna al contrario incoraggiare al massimo il teatrino della seconda repubblica. In modo da accelerarne quanto più possibile lo spettacolare disfacimento. Pannella è in ritardo sulla tabella: dovrebbe già camminare sui carboni ardenti come Mino Damato nell'86. Boso si sbrighi a prendere accordi con Teo Teocoli per la tournée nelle valli. Il ventriloquo Berlusconi, se ha coraggio, deve presentarsi lui, direttamente dopo il tg5, a insultare ogni giorno i magistrati. Date a Di Pietro lo show del sabato sera, a Bertinotti una rubrica ad Harem, a Segni "Chi l'ha visto?". Avanti con la body art della politica. Veltroni fa muovere i tavoli delle trattative a "Misteri". Bossi, in arte Donato, irrompe sulla scena di Domenica In come Cavallo Pazzo. Prodi ricomincia

il giro d'Italia con l'elicottero di Fazzuoli, illustrando le differenze fra ulivi, querce, cespugli ed ex-giudici. Voglio vedere il presidente Scalfaro attraversare a nuoto il Tevere, magari con l'aiuto del sommozzatore Gifuni, per dimostrare che "l'Italia rimane a galla" (e pure lui). Fra gli applausi dei media, sotto i riflettori dei tg, in un annetto i nostri politici dovrebbero esaurire l'intero repertorio: finiti, bruciati. A quel punto bisogna soltanto fare attenzione che non fingano di pentirsi per ricominciare la sera stessa, come Maurizio Costanzo

 
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