Il seguente articolo verrà pubblictao domani su "L'Opinione".
Roma, 1 dicembre 1995
"Se si eccettuano molti parlamentari di Forza Italia, ambienti giovanili e democratici di Alleanza Nazionale, le dieci firme apposte una mattina da Silvio Berlusconi su nostri quesiti referendari, il Movimento dei Club Pannella-Riformatori si trova nei confronti dello schieramento di regime e dell'establishment - con responsabilità decuplicate - nella stessa situazione della LID e del PR degli anni sessanta. Difesa dei referendum inclusa.
La forza, l'impegno qualitativo e quantitativo dei militanti dei club e riformatori sono all'altezza del compito di creare in Italia, attraversando gli attuali Poli, un'unità dei Riformatori (liberali: se no, in Italia, non si è tali) contrapposta al fronte estesissimo dei Conservatori.
Dalla costola mussoliniana della sinistra, con scelta trasformistica da Sinistra storica e crispina, scelta monarchica, clericale, interclassista e corporativista, la rivoluzione "fascista". Ma oggi di "rivoluzione" di qualsiasi tipo nemmeno a pensarci. Conservazione di tutto e di tutti i poteri consolidati, consociazioni e ammucchiate, con Boso o con Cossutta (ma l'Armando non è alla bassezza necessaria), con Dini o con Di Pietro, con Buttiglione o con De Mita, con Agnelli e con Pivetti, con la Confindustria e con la RAI-TV riconquistata ai fasti partitocratici (ma Bobbio non ha nulla da dire, in tempo? E i bobbiani?), rendite parassitarie grazie a leggi ladre e da nomenklatura, come la legge Mosca, come il malcostume dei finanziamenti privilegiati, degli affitti stracciati, dei partiti gestiti come aziendacce, dove i militanti contano quanto gli extracomunitari usati nelle culture del pomodoro o dell'abbigliamento, con giovani padroni e padroncini da Brianza anni sessanta; e, ora, con il sabotaggio de
i referendum libertari sulla droga, sull'aborto, sull'obiezione di coscienza, sulla caccia, e la "naturale" opposizione contro quelli liberali e liberisti, cerchiamo disperatamente, magari dai "liberals", dagli infrattati in smoking laico e repubblicano, liberale e socialista, nei cespugli, una qualche disponibilità di dialogo, e - magari - di alleanza "a sinistra".
Da ormai quasi due anni cerchiamo, ugualmente, di stipulare con Silvio Berlusconi alleanza "a destra". Ma di Destra Storica, nell'ex-Polo, se ne manifesta davvero pochina, nella concreta politica se non nelle divise indossate da non pochi. Abbiamo l'impressione che si sottovaluti il valore ed il peso di questa alleanza rifiutataci, malgrado l'impegno liberale, tollerante, di difesa da attacchi micidiali quanto ingiusti; oltre che di fare finalmente una scelta strategica liberale, liberista, libertaria, antipartitocratica, anticomunista, anticlericale, antifascista, antiburocratica, antinazionalista, anticorporativista. Rebus sic stantibus, nell'attesa, lottiamo come ciascuno vede, e ci prepariamo, da oggi, a presentarci da soli."