"L'ex guardasigilli deve parlare"
Il leader dei Riformatori all'attacco: "Il Paese ha il diritto di essere informato"
Secondo Pannella se l'obbligo giuridico di tacere è ingiusto si deve disobbedire
Basta con le censure sul caso Mancuso. Per Marco Pannella è tempo che si faccia chiarezza sui segreti custoditi da Lamberto Dini. Ma per il leader dei Riformatori è anche l'ora che sia lo stesso guardasigilli ad alzare il sipario sulle sue denunce sulle quali "tanta parte della stampa tace". ma il leader dei Riformatori si spinge più in là giudicando "antigiornalistica e illegale" la censura contro le dichiarazioni dell'ex guardasigilli. Pannella si chiede oltrettutto perché in un momento come questo gli stessi magistrati non hanno nulla da dire, nulla da fare. Una situazione che si è creata in questi ultimi giorni che comunque non appare nuova nel panorama politico italiano.
- Onorevole Pannella, lei ricorda una situazione simile a quella che si è venuta a creare con il caso dell'ex guardasigilli Mancuso?
" Sì, mi viene in mente quando, più o meno 35 anni fa, denunciammo lo scandalo del silenzio imposto a Rodolfo Pacciardi da gran parte del giornalismo cosiddetto "indipendente" e in particolare, ancora una volta, dalla Rai".
- Cosa successe allora?
" Pacciardi, che tra l'altro era un nostro tenace avversario, fu di fatto espulso dal Pri e dalla politica per la gravità delle sue denunce. E a "cacciarlo" fu proprio Ugo La Malfa il quale, paradossalmente, era un nostro "amico".
- E lei cosa fece?
" Naturalmente anche allora, come succede ancora oggi, combattemmo da soli contro tutti, chiedendo che Pacciardi spiegasse le sue denunce in televisione davanti al Paese, ma non se ne fece nulla, prevalse il silenzio. Ecco, mi sembra che ci siano molte analogie con la situazione attuale. E soprattutto mi pare che ci sia una censura antigiornalistica nonché illegale contro la campagna di verità e di informazione che sta conducendo "Il Giornale".
- Cosa dovrebbe fare l'ex guardasigilli?
" Vorrei dire a Mancuso che a volte esiste anche l'obbligo giuridico di disobbedire ad ordini manifestatamente ingiusti. E se si viene a creare un contrasto tra i principi generali dell'ordinamento giuridico e uno specifico provvedimento, sono i primi a dover prevalere sugli altri".
- Quindi l'ex ministro della Giustizia dovrebbe dire quali sono le sue denunce che sono state secretate da presidente Dini?
" Io dico che il Paese ha il diritto-dovere di essere informato su questa storia. E i cittadini devono essere messi in condizione di ascoltare un contraddittorio, diretto o indiretto che sia, tra Dini e Mancuso. Almeno si potrà fare luce su quanto è accaduto ad agosto".
- Non pensa che sarà difficile che Mancuso violi il segreto imposto dal Presidente del Consiglio?
" Personalmente escludo che le cose di cui l'ex guardasigilli è venuto a conoscenza siano solo fatti legati al suo ufficio. La secretazione è avvenuta per un evento specifico, ma ci saranno di sicuro cose che lui sa e potrebbe cominciare a dire in proposito, proprio perché conosciute al di fuori di via Arenula. Anzi, secondo me, non solo Mancuso ha la facoltà giuridica di dire quel che sa, ma a questo punto ha addirittura il dovere civico di farlo".