IL GIORNALE 11 DICEMBRE 1995
Articolo di Maurizio Sgroi a pagina 6
Se non fosse illegale il giornale di Marco Pannella potrebbe figurare senza imbarazzo nelle edicole. L'ultima provocazione del leader riformatore ha l'aspetto di un foglio clandestino dal nome "Risorgimento liberale". Clandestino perché, in barba alla legge della stampa, la testata non è depositata nella cancelleria di un Tribunale e il direttore non è iscritto all'ordine dei giornalisti. Ma il punto è propio questo: da tempo Pannella e i suoi si battono per l'abolizione dell'ordine professionale, definito "espressione della corporazione dei giornalisti". Ne sono così convinti che hanno messo la questione nel pacchetto dei venti referendum per i quali è in corso la raccolta delle firme. E hanno invitato Mario Petrina, presidente dell'ordine nazionale, a un "duello" con Pannella previsto per stamattina nella sede del partito radicale. Le ragioni di questa presa di posizione sull'Ordine sono spiegate nel numero di "Risorgimento liberale" che ieri i militanti radicali hanno distribuito a Trastevere ai passanti
. Anzi, che hanno tentato di distribuire. Come era prevedibile, visto che gli stessi Riformatori avevano avvertito le Forze dell'ordine, non appena i supporter di Pannella in piazza Ippolito Nievo, a ridosso del mercato di Porta Portese, hanno tirato fuori le copie clandestine, sono stati bloccati dagli agenti del commissariato romano di Monteverde. Risultato: 400 copie sequestrate, con tanto di verbale, e i cinque "strilloni" denunciati a piede libero. Adesso Vittorio Pezzuto, Rita Bernardini, Giannino Cusano, Antonio Stango e Lucio Berté rischiano due anni di carcere o, se va bene, una multa di 500 mila lire (articolo 5 della legge sulla stampa). Loro, comunque, non si preoccupano, fedeli al motto che dice: "Se vuoi cambiare una legge, devi violarla". Anzi sono soddisfatti: "La manifestazione è riuscita - commenta Pezzuto - ci auguriamo di esprimere al più presto le nostre ragioni in sede giudiziaria". In tutto i radicali avevano stampato un migliaio di copie firmate da dieci direttori responsabili diver
si, tutti rigorosamente non iscritti all'Ordine. "Così - spiega Pezzuto - possono ipotizzare anche l'associazione a delinquere". Nel foglio (quasi) distribuito ieri ("due facciate in tutto - aggiunge - il necessario per farci denunciare") c'è una raccolta di opinioni rilasciate da alcuni direttori ed ex direttori di testate giornalistiche , tutti favorevoli almeno ad una revisione della legge istitutiva dell'Ordine. Nel retro un articolo spiega le ragioni della "illiberalità" delle norme che regolano la professione giornalistica con alcune proposte per una riforma. Di spalla la foto con gli ormai "celebri" nudi esibiti al teatro Flaiano di Roma il 21 novembre scorso e l'appello a firmare i 20 referendum.