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Notizie lista Pannella
Agora' Agora - 28 gennaio 1996
PANNELLA, PROFESSIONE VOLTAGABBANA.

L'INDIPENDENTE 28 GENNAIO 1996

Da Scalfaro "il Pertini cattolico" a Fini "rigurgito sfascista": troppe volte il leader dei Riformatori ha cambiato idea.

di Marco Travaglio pag.2

"Da quarant'anni, da Luigi Einaudi, non avevamo un presidente della Repubblica come Oscar Luigi Scalfaro". "Scalfaro? Certo che lo rivoterei, è il Pertini cattolico". "E' un elemento di certezza. Ho enorme stima e fiducia in lui. Lo considero una diga". Firmato Marco Lista pannella, annata 1993. D'altronde era stato proprio lui il grande elettore del vecchio Oscar. Prima alla Presidenza della Camera: "Scalfaro è il primo vero segnale di un Parlamento nuovo, con forti potenzialità democratiche e istituzionali" (24 aprile 1992). Poi al Quirinale: "E' un uomo che non conosce la parola 'avere', è in Parlamento da 46 anni e non ha mai portato via uno spazzolino: ha cultura del diritto ed una concezione di vita francescana" (25 maggio 1992). Oggi Scalfaro è buono per l'impeachment, in quanto attentatore alla Costituzione. Perché il voltagabbana liberista-liberale-libertario-riformatore-bipartitico-antiproibizionista è fatto così. E' in perenne astinenza da firme. E, come Pablo Picasso, passa continuamente dal peri

odo blu al periodo rosa, e così via. Oggi è in pieno periodo nero: perché non se lo fila più nessuno tranne Littorio Feltri, e perché le sue posizioni coincidono straordinariamente con quelle di Fini che due anni fa lo definiva "servo sciocco del regime partitocratico" e lo faceva ceffonare dai suoi sgherri in piazza al grido di "venduto, frocio, drogato, leccaculo del PCI". Giacinto detto Marco rispondeva a pernacchie: "Ve le scordate le elezioni... Permettete camerati? Prrr...", poi andava in tv - dove notoriamente non lo invita mai nessuno - a denunciare "questi rigurgiti sfascisti" (30 aprile 1993). Lui, d'altra parte, gliele aveva cantate chiare, a Berlusconi: "Puntiamo su di te solo se non vai con Fini" (8 febbraio 1994). Perché Fini era "un torbido coagulo di sentimenti antidemocratici e illiberali" (26 novembre 1993). Infatti il Cavaliere andò con Fini e Marco detto Lista si affrettò ad appoggiare il governo berlusfascio. Scalfaro però, resta un mito: "Un grande Presidente: meglio lui che presidenti-

travicello, corrotti, impazziti, scialbi, che non si prendono le loro responsabilità, certo che lo rieleggerei" (30 dicembre 1994). Oggi, un anno dopo, si firma per mandarlo all'Alta Corte. Reo di non essersi trasformato in un uomo-sandwich dei referendum sull'abolizione del Pra e altre delizie; e, soprattutto, di non aver sciolto, armi in pugno, quelle Camere che nessuno - tranne lui, Fini e Bertinotti - vuole sciogliere. Strano. A fine '93, quando tutte le persone per bene chiedevano a scalfaro di mandare a casa il Parlamento degli inquisiti (quello con il Caf e le varie cupole al completo), Pannella radunava nottetempo i migliori collezionisti di avvisi di garanzia e di ordini di arresto per organizzare la resistenza: "Questo - diceva - è il miglior Parlamento della storia italiana". Scalfaro, sconsideratamente, non gli diede retta. Qualche mese prima, fu accusato di abusare dei suoi poteri respingendo il decreto-Amato, madre di tutti i salvaladri. Pannella plaudì all'interventismo Quirinalesco: "Il Presi

dente ha l'obbligo di esercitare le sue facoltà ogni volta che se ne presenti il bisogno" (7 marzo 1993). Purché intervenga come piace a lui. Sennò è attentato alla Costituzione. Perché Pannella si crede la Costituzione. Sarà perché, come ha confessato in una recente intervista, "libri non ne leggo da anni". Ma i fumetti sì, almeno quelli del suo spirito guida e maitre-à-penser: Tiramolla.

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