IL RESTO DEL CARLINO 7 FEBBRAIO 1996
Intervista a Marco Pannella di Francesco Alberti
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D - Onorevole Pannella, la sua lista nera si allunga: prima c'era solo Scalfaro, adesso anche Maccanico.
R - "Maccanico è il nome uscito dal cilindro del regime partitocratico per gestire un'operazione di unità nazionale. Un papocchio, una vergogna..."
D - Però anche Berlusconi è della partita. Se l'aspettava?
R - "Silvio - risponde il leader Riformatore, che oggi terrà un comizio in piazza Maggiore a Bologna - dopo aver denunciato per mesi il tradimento del responso elettorale del marzo '94 e aver ripetutamente chiesto le urne, ora subisce l'iniziativa di Scalfaro".
D - E lei come lo spiega questo dietrofront?
R - "Berlusconi è stato fiaccato, linciato, battuto dall'asse Quirinale-Botteghe Oscure e alla fine si è arreso...".
D - Berlusconi che si arrende? E quando mai?
R - Non poteva fare altro, aveva contro tutto il mondo della conservazione politico-economica. Non solo, ma CCD, CDU e una parte di FI erano sul punto di mollarlo. Io gli avevo proposto una via d'uscita: dimettersi dal Parlamento e denunciare al Paese ciò che stava avvenendo, ma lui ha scelto un'altra strada".
D - Lei dipinge Berlusconi come una vittima: non crede di esagerare?
R - "No, raramente si è vista una tale concentrazione di forze contro un solo imprenditore. Il fatto è che Berlusconi escluso dai salotti buoni, era l'anello debole del capitalismo italiano, un po' come Gardini o Schimberni".
D - Adesso però potrebbe passare alla storia d'Italia, assieme a D'Alema, come l'uomo delle Grandi Riforme.
R - "Mah, ora si sono inventati 'sto Sartori. che deve la sua celebrità solo al fatto di essere un editorialista del Corriere della Sera".
D - E magari anche all'insistenza con la quale propugna da anni il semipresidenzialismo alla francese...
R - L'ho sempre detto e lo ripeto: quel modello è una controriforma. L'unico effetto che può avere è quello di rafforzare il tumore partitocratico".
D - Veniamo a Scalfaro: lei è stato il suo grande elettore e ora ne chiede le dimissioni e addirittura l'incriminazione: quali le sue colpe?
R - "Quelle stesse che Scalfaro addebitava a Cossiga"
D - E cioé di agire come un soggetto politico?
R - "Di più, l'attuale presidente ha abusato del proprio potere, ha sequestrato le funzioni del Parlamento e dell'esecutivo, ha invaso la politica. Un tradimento della Costituzione che equivale ad un golpe".
D - Via, non esageriamo: forse il protagonismo di Scalfaro è solo la conseguenza del clima rissaiolo della politica. Come quando due squadre di calcio si picchiano troppo e l'arbitro diventa protagonista.
R - "No, no, qui l'arbitro è assente come tale e invece si è schierato alla testa di una delle due tifoserie".
D - Quale?
R - "Quella contraria a qualsiasi riforma"
D - Quante firme avete già raccolto?
R - "Più di 188mila e oggi a Bologna spero di superare le 200 mila