Roma, 4-2-96
" Abbiamo taciuto dinanzi alla evidente anomalia e alla scelta densa di equivoci e di violenze anti-istituzionali -almeno in teoria- della costituzione di un Partito del Governo, dopo quella di un Partito del Presidente.
Avevamo sperato che il Polo, cui ci eravamo rivolti nell'ambito di marginali collaborazioni e consultazioni che non erano mai venute interamente meno, accogliesse il nostro consiglio di avvisare per tempo e il Presidente della Repubblica e il Presidente del Consiglio che, ove il Presidente Dini ed i suoi Ministri avessero previsto di esercitare i loro diritti politici, candidandosi alle elezioni, sarebbe stato prudente "passare la mano" ad una Presidenza del Consiglio del Presidente del Senato. Il Polo ha preferito, probabilmente, continuare a giocare al gioco "a gentiluomo, gentiluomo e mezzo", sperando che Dini fosse sceso in campo con il Centro-Destra anzichè con il Centro-Sinistra. Così siamo alle tristezze odierne, delle quali il Paese non aveva certo bisogno.
Nel merito, ieri, il Presidente della Repubblica ci è parso lanciare un monito a tutti, ma in particolar modo al Governo, nel suo intervento pubblico a Benevento.
Vogliamo essere chiarissimi. Da più di un mese il Presidente della Repubblica è sembrato tornare sul piano formale (e per noi importantissimo) ad essere il Presidente della Repubblica previsto, prescritto dalla Costituzione. Egli ha taciuto. Ha svolto la sua opera, che non conosciamo e non abbiamo da conoscere, nel chiuso dei suoi poteri-doveri di notaio, e di garante delle regole fondamentali. Per questo, proprio perchè ci è apparso sul piano del contenuto ineccepibile, dobbiamo esprimere la nostra preoccupazione per la forma con cui lo ho compiuto. Ci auguriamo che si sia trattato di una eccezione, non del ripristino di una regola che avversiamo, in omaggio alla legge ed alla democrazia.
Ma è anche spunto, questo episodio e questa situazione di Partito del Governo nella quale si è chiuso l'Esecutivo, per una ultima, o penultima, considerazione rivolta al Polo, ed in particolare a Silvio Berlusconi.
Siamo agli scoccioli. Stiamo, ormai, per mancare l'alleanza, per passare alla concorrenza ed allo scontro politico gravi.
A pubblici appelli non corrisponde assolutamente nulla di serio, e di determinante. Veniamo all'osso: il Polo presenterà come prima proposta di legge per la legislatura, con richiesta di procedura d'urgenza, la riforma elettorale "americana". Il movimento Sgarbi-Pannella avrebbe lo stesso numero di candidati di CCD-CDU? Se no, e no".