Roma 8 marzo 1996

Peppino Calderisi, deputato di Forza Italia, intervistato da Radio Radicale in merito alla presentazione di più simboli con le scritte "Dini", "Lista Dini", "Rinnovamento Italiano", "Rinascimento Italiano" intervistato da Radio Radicale ha così risposto:

"I casi sono differenti, ma per tutti vale la legge elettorale che in proposito è molto chiara perchè, per quanto riguarda i nuovi contrassegni, dà ragione a chi deposita per primo il simbolo.

Per quel che concerne le parole "rinnovamento italiano", come le parole "democratico", "liberale", "socialista", si può forse ritenere che non siano prerogativa esclusiva di nessuno.

Per la parola "Dini" come sigla di una denominazione più complessa, bisogna verificare se ciò non costituisca uno strumento surrettizio per precludere la presentazione di altri simboli.

Ma per quanto riguarda la "Lista Dini" come cognome e come denominazione di una associazione politica, non vi può essere alcun dubbio: qualunque cittadino che si chiami Dini ha tutto il sacrosanto diritto di costituire una associazione chiamandola col proprio cognome e di presentarla alle elezioni. Se ha depositato questo simbolo prima di un altro analogo, la legge in modo inequivoco gli dà ragione."

A questo punto cosa può accadere al simbolo del Presidente del Consiglio?

"La questione è rimessa al ministro dell'Interno e eventualmente alla Corte di Cassazione. Ma se il simbolo del partito del Presidente del Consiglio è confondibile con il simbolo depositato in precedenza dall'associazione del signor Mario Dini detto Lamberto, il ministro dell'Interno non può fare altro che ricusare o far cambiare il simbolo al Presidente del Consiglio.

Se nel '94 qualcuno avesse depositato il simbolo di Forza Italia prima di Berlusconi avrebbe precluso a Berlusconi l'utilizzo di quel simbolo."