DICHIARAZIONE DI SILVIO BERLUSCONI Roma, 28-3-96
"Se volessi adottare i suoi sistemi e fare mio il suo stesso linguaggio, dovrei rispondere a Marco Pannella che l'insistenza sta diventando prepotenza.
Ma la politica non si fa con la prepotenza e neppure gli accordi. E' per questo che preferisco continuare a dialogare con il mio linguaggio che è quello della chiarezza, della coerenza e della responsabilità.
Sull'elezione diretta del Capo dello Stato resto fermo a quanto ho illustrato in Parlamento il 2 agosto scorso, convinto oltretutto che quello che è successo da allora a oggi ha dimostrato quanto quella intuizione fosse giusta e come sia quella la strada sulla quale bisogna camminare e camminare in fretta per ammodernare il Paese e farlo funzionare.
Se veramente vogliamo impedire il ritorno alle pratiche partitocratiche, ai compromessi, al consociativismo, agli "inciuci", dobbiamo cambiare l'architettura costituzionale del nostro Stato e costruire un sistema che garantisca stabilità e governabilità. Sono queste le riforme che vogliamo, per le quali ci siamo battuti nei mesi scorsi e per le quali ci battiamo in questa campagna elettorale. Con limpida chiarezza e senza equivoci.
Presidenzialismo, semipresidenzialismo, sistema elettorale maggioritario: sono questi gli obiettivi e i fini della nostra azione politica. I mezzi, compreso il turno unico, sono ovviamente funzionali alle scelte e agli obiettivi, e da questi dipendono, come ben sa Pannella che di queste cose discute con me da molti mesi ormai.
Che poi Berlusconi non sia l'antagonista di D'Alema, che Forza Italia non sia oggi e domani e sempre alternativa al Pds, che il Polo non voglia battere L'Ulivo preferendo inseguire accordi impossibili, non lo può supporre neppure l'inesauribile fantasia di Marco Pannella. A meno che Marco non lo pensi e non lo dica strumentalmente per perseguire altre finalità.
Voti perciò tranquillamente i candidati di Forza Italia e li faccia votare se veramente, come dice, Pannella vuole battere L'Ulivo, il Pds e scongiurare per sempre il pericolo dell'inciucio e dell'imbroglio".