Radicali.it - sito ufficiale di Radicali Italiani
Notizie Radicali, il giornale telematico di Radicali Italiani
cerca [dal 1999]


i testi dal 1955 al 1998

  RSS
lun 24 feb. 2025
[ cerca in archivio ] ARCHIVIO STORICO RADICALE
Notizie lista Pannella
Agora' Agora - 7 aprile 1996
Intervista a Marco Pannella di Marco Ventura - Il Giornale
7 aprile 1996

'Fosse dipeso da me avrei concesso gli arresti domiciliari a Erich Priebke', dice il leader riformatore

PANNELLA: PARTIGIANI TERRORISTI

'Nel '79 Lama m'insulto perche' criticai l'attentato di via Rasella'

Il terrorismo e l'assasinio fanno parte della galleria di una certa sinistra comunista. L'attentato di Via Rasella fu un atto di guerra sporca, un atto terroristico. Le guerre non sono mai pulite e il terrorismo rientra nelle 'regole' della guerra sporca allo stesso modo delle rappresaglie. Marco Pannella ribadisce oggi le tesi sostenute nel '79 a un congresso radicale, e per le quali fu accusato da Lama, Amendola e Trombadori di vilipendio della Resistenza. 'La mia - ricorda il leader riformatore - era una riflessione generale un sapore terroristico l'avevano avuto anche i grandi bombardamenti alleati sulle citta' tedesche abitate da donne, vecchi e bambini. In quegli anni, poi le Br seminavano il terrore in Italia. Io mi appellai ai 'compagni assassini'. La notte stessa ci fu chi mi condanno' a morte, mentre il giorno dopo, invitato al congresso comunista, subii un linciaggio da Colosseo. Mi compiaccio ora di vedere che il direttore de Giornale Vittorio Feltri, assume una posizione vicina a quella mia di a

llora.

D. Che cosa affermo' esattamente?

R. Fui fiero di re che andava riparata la memoria dei ragazzi ammazzati in Via Rasella, che erano due volte vittime del nazismo prima, e del terrorismo poi. Dissi che erano per lo piu' ragazzi di Bolzano, non SS ma SA, arruolati a forza e mi accorsi che nessuno l'aveva detto prima, neppure i fascisti.

D. Il PCI come la prese?

R. Io citai una galleria di antenati che mi autorizzava a parlare del carattere politico dei compagni assassini nel momento in cui operavano i br. Dissi che chi uccide per andare al potere, a maggior ragione uccidera' per mantenerlo. E che era giunto il momento di rendere alle vittime di Via Rasella l'omaggio della 'pietas' che si deve a tutti citai Pascoli sull'anarchico che attento' alla vita di Umberto II. E citai l'esempio di Togliatti che legittimo', seppure soffrendo, i comunisti italiani ammazzati in Unione Sovietica e lo sterminio dei compagni rivoluzionari. Allora noi accusavamo lo Stato di avere ammazzato Moro, e invitavamo sia i compagni che gli assassini a non incavolarsi se li chiamavamo ' compagni assassini', perche' sul piano ideologico e storico il terrorismo era sempre stato legittimato anche dalle 'resistenze' a guida rivoluzionaria o comunista.

D. Che cosa prova leggendo le cronache del processo Priebke?

R. 'Se fossi stato il magistrato, gli avrei gia' dato gli arresti domiciliari. Feltri coglie sicuramente una questione importante. Se questi ne ammazzarono qualcuno di piu', non siamo pero' certi che fu per dolo. E se e' vero che la morte di nove feriti non fu poi comunicata al comando generale, sul piano giuridico questa attenuante avrebbe comportato la prescrizione del reato. Personalmente ritengo che le colpe furono gravissime, il processo andava e va fatto, come monito sul nazismo e sulla sorte degli ebrei, aspetto fondamentale che mi pare Feltri abbia invece sottovalutato, e al tempo stesso anche per la verita' sull'atto dei 'gap' e sui morti che ha provocato.

D. Quali reazioni suscito' nel'79?

R. Il giorno dopo andai al Congresso comunista al Palaeur, ero al trentesimo giorno di un digiuno, faceva freddo e indossavo un maglione dolcevita blu scuro e il mio loden scuro di sempre.

D. Che memoria!

R. La ragione c'e'. Proprio in quel momento Lama al palco comunicava di avermi denunciato alla Procura e mi addito' insultandomi. Io mi trovavo in alto.

La platea si alzo' in piedi, sembrava il Colosseo, e mi alzai anch'io. Attorno a me c'era il vuoto. Le Monde scrisse che ero andato per provocazione vestito da Nosferatu.

D. Nessuna solidarieta'?

R. Solo da tre persone: i due fratelli Spallone e il giornalista Renato Venditti. Stefano Rodota', che stava per candidarsi con noi, mi disse che quel linciaggio era inaudito ma che non si poteva spaccare cosi' la sinistra, e dieci giorni dopo si presento' nelle liste del PCI. Leonardo Sciascia invece fu solidale. Reazioni scomposte del resto, le ebbi pure quando andai a visitare le foibe di cui parla il tuo direttore.

 
Argomenti correlati:
stampa questo documento invia questa pagina per mail