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Notizie lista Pannella
Agora' Agora - 27 maggio 1996
Articolo di Ornello Vitali (Direttore del Dipartimento di Teoria Economica dell'Università 'La Sapienza') pubblicato da 'Il Tempo' lunedi' 27 maggio 1996 pag. 4
Analisi ragionata sul perche' della sconfitta del centro-destra nelle elezioni del 21 aprile. Le colpe di Pannella e della Lega

'Quei voti del Polo passati all'Ulivo'

'Ora che, a seguito della vittoria delle sinistre nelle consultazioni recentemente tenutesi, è nato il governo Prodi sembra opportuno tornare sui risultati elettorali, abbandonando pero' il modo necessariamente impressionistico con cui si descrive nell'immediato un evento politico cosi' importante. In effetti, un esame analitico, suffragato da elementi quantitativi, consente anche di verificare affermazioni avanzate talvolta senza molto fondamento.

E' quasi sicuro che molti interrogativi si affollano nella mente dei non esperti circa il modo di manifestarsi del risultato elettorare. Come mai il Polo per le liberta', pur avendo conseguito piu' voti, cosi' come si desume dai dati statistici della parte proporzionale, ha perduto le elezioni?. Quali sono stati i punti di forza di debolezza delle principali coalizioni a confronto? In quali regioni si sono osservati cedimenti o affermazioni?

Come hanno funzionato gli accordi ed i patti di desistenza? I rapporti fra i partiti, soprattutto quelli appartenenti ad una stessa coalizione, si sono rafforzati o meno a seguito del prodursi dell'esito elettorale? A questi e ad altri interrogativi si cercherà ordinatamente di rispondere, a diverse riprese, iniziando oggi con un primo esame generale.

L'affermazione tendente a dimostrare che il Polo per le Liberta' ha raccolto più voti dell' Ulivo nel proporzionale è corretta dal punto di vista contabile, ma non ha uguale significato da quello politico. Difatti, se aggiungiamo ai 15 milioni 800 mile voti del Polo i 700 mila della Lista Pannella Sgarbi si perviene ad un totale di 16,5 milioni che supera quello dell'Ulivo (13 milioni) e di Rifondazione comunista (3,2 milioni). Ma è corretto questo confronto? Se si escludono dai voti del Polo quelli di Pannella si ritorna ad un valore inferiore a quello dell'Ulivo con Rifondazione. Si dirà, ma perché non togliere alla sinistra i voti di Rifondazione onde consentire un confronto omogeneo? Non si confrontavano, forse, Polo e Ulivo per conseguire la supremazia? Sì, ma l'Ulivo aveva da molti mesi predisposto un patto di desistenza con Rifondazione, propagandandolo in modo capillare, dissimulandolo nella massima misura possibile agli elettori di centro propensi a votare per 1' Ulivo (mentre il PDS, che di quella

coalizione era ed e', l'asse portante, ne cementava la consistenza). Al contrario, il Polo concludeva affannosamente un accordo con Pannella, nemmeno una settimana prima di andare alle urne, a liste gia' presentate. Patetica appare la dimostrazione dei Riformatori di Pannella per sottolineare che la presentazione delle loro liste nella parte maggioritaria di alcune regioni o circoscrizioni non ha penalizzato troppo la coalizione di centro destra e, in qualche caso, l'ha favorita. E' meglio che i vertici del Polo e Pannella stendano un velo pietoso su questa operazione, ricordandone pero' gli effetti negativi per imparare dai propri errori. Al limite, è da ritenere che ben pochi dei 700 mila voti ottenuti dai riformatori nel proporzionale siano confluiti nelle liste del POLO nel maggioritario. E cio' per motivi vari, non ultimo dei quali quello dell'ignoranza dell'esistenza dell'accordo stesso.

Come mai le liste di centro-destra del patto (Polo Riformatori) sono passate dai 16,5 milioni di voti del proporzionale ai 15 della parte maggioritaria, perdendo quasi 1,5 milioni di consensi? Una risposta risulta subito evidente, poiché 300 mila voti sono andati, forse per errore dovuto al simbolo elettorale - ma non e' poi cosi' sicuro - a Rauti che ha quasi raddoppiato il consenso nel maggioritario rispetto al proporzionale. E' certo, peraltro, che nel Nord oltre 250 mila voti sono passati dalla coalizione moderata alla Lega e che - anche se sembra incredibile, - un po' più di mezzo milione di voti sono finiti dai partiti del fronte moderato nel proporzionale alla coalizione dell'Ulivo nel maggioritario. E i restanti 400 mila voti? Circa 100 mila si sono disporsi in liste minori, mentre altri 280 mila sono stati vanificati (nulle e bianche) in piu' nel maggioritario rispetto al proporzionale. Le rimanenti piccole differenze sono sostanzialmente da attribuire ai circa 80 mila elettori che in Valle D' Aosta

hanno votato soltanto per il maggioritario.

Cosa dire? _ evidente che nessuna affermazione tendente ad interpretare gli spostamenti registrati dal proporzionale al maggioritario ha valore di assoluta verita'. Tuttavia e' piu' probabile che gran parte dei suffragi proporzionali delle liste Pannella-Sgarbi siano andati a finire nel maggioritario all'Ulivo, mentre i gia' segnalati travasi di voti in piu' che, rispetto al proporzionale, hanno premiato la Lega nord ed il movimento di Rauti nel maggioritario sono giunti da coloro che avevano votato nella parte proporzionale per i partiti del polo per le liberta'.

In tutti i casi emergono sconsolanti verita', per quanto riguarda l'esito complessivo del voto nei confronti del Polo. Tuttavia, il risultato elettorale dimostra positivamente che l'elettore - soprattutto quello del ceto medio - non si lascia manovrare come una piedina seguendo pedissequamente le direttive dei dirigenti dei partiti. L'Ulivo, che ha costruito una coalizione per 'battere' il centro-destra, questo l'ha capito, mentre il Polo, presentandosi con qualche incertezza, manifestando durante la campagna elettorale anche talune improvvisazioni di troppo e posizioni contraddittorie, ha fatto paradossalmente di tutto per perdere. Ed e' stato accontentato.

Si dira', ma sino ad ora sono stati considerati i voti della parte proporzionale, mentre il nostro sistema dopo il referendum Segni, a seguito del quale si opto' per il sistema maggiortario, e' diventato tale, anche se non compiutamente (ed è proprio il 25% dei seggi che vengono distribuiti con metodo proporzionale ad inquinare in qualche misura il significato della competizione). Che mutamento ha comportato in termini di collegi uninominali, la trasmigrazione di voti dal Polo all'Ulivo, passando dal proporzionale al maggioritario? E, ancora prima, come mai una certa quota, esigua ma decisiva, di coloro che hanno votato per i partiti del Polo nella parte proporzionale hanno poi scelto 1'Ulivo nella parte maggioritaria?

E' evidente che soltanto coloro che sono animati da fede incrollabile hanno una risposta sicura a quest'ultimo interrogativo. Chi, come noi, è più tormentato puo' soltanto avanzare non una, ma molte ipotesi. La piu' probabile fra esse e' che, mentre nel proporzionale l'elettore di centro destra ha voluto marcare il suo senso di appartenenza, nel maggioritario-e cio' specialmente nel Mezzogiorno-non è riuscito a sfuggire, o ha pensato di recepire, il messaggio dell'Ulivo il quale assicurava il perdurare cello Stato sociale, invece messo a repentaglio dal Polo che lo qualificava - forse con qualche ragione - come Stato assistenziale.

Cosi' facendo, pero', l'elettorato moderato non è riuscito a ben valutare quale sarebbe stata la conseguenza del suo comportamento, ammesso che l'ipotesi avanzata possa condividersi. II Prospetto 2 mette in chiara luce - con riferimento alla sola parte maggioritaria, nella quale sono stati esclusi 6 collegi andati a formazioni politiche minori o locali - che il Polo avrebbe conseguito una sostanziale vittoria nei confronti dell'Ulivo ove il comportamento dell'elettorato che si riconosce nei partiti costituenti il Polo per le Libertà, fosse risultato nel maggioritario analogo a quello formato nel proporzionale. II Polo avrebbe potuto ottenere ben 71 collegi in piu', mentre invece 59 di essi sono finiti alla coalizione di centro sinistra e 12 alla Lega nord. Ciò che pero' risulta ancora più interessante e che, in qualche misura, conferma l'ipotesi avanzata in precedenza, e' che il decisivo travaso di voti dal Polo per le liberta' alla coalizione guidata dalle sinistre si è verificato soprattutto nel Mezzogiorn

o ( 37 collegi al Polo, rispetto a quanto gli sarebbe spettato se i suffragi del proporzionale fossero stati mantenuti, suffragi che invece sono finiti alla coalizione di centro sinitra).

Fra i tanti aspetti generali di estremo interesse, spicca quello riguardante il modo in cui, alla forza dei partiti desunta dal suffragio proporzionale, ha corriposto quella in termini di seggi, frutto dell'operare della legge Mattarella in base alla quale, come è noto, i seggi stessi vengono attribuiti per il 75% con il sistema uninominale e per il restante 25% o con quello proporzioale.

Osservando entrambe le colonne del Prospetto 3 si nota, inanzitutto, che nelle due ultime tornate elettorali, le formazioni politiche costituenti la coalizione vincente hanno in generale ricevuto un qualche premio, visto che le quote percentuali dei seggi parlamentari loro attribuite, e' in generale superiore a quelle conseguite nel suffragio proporzionale. Tuttavia, in prima approssimazione, può dirsi che la forza dei partiti in Parlamento coincide, dopo tutto, con quella desumibile dal voto ottenuto nella parte proporzionale.

Con alcune vistose eccezioni, pero'. Nel 1994 la Lega Nord risultava enormemente sovrarappresentata (18,6% dei deputati contro 8,4% dei voti), insieme al Pds, pure appartenente alla coalizione perdente (26,0 contro 20,4%), e ad Alleanza nazionale (17,3 contro 13,5%), mentre, soprattutto i due partiti della coalizione centrista furono penalizzati; in particolare, cio' accade per il Partito popolare italiano (5,3% dei deputati contro 11,1% dei voti). Nel 1996, si osserva una analoga situazione, con le eccezioni del Pds (27,1% dei deputati contro il 21,1% dei voti) e dei Popolari di Bianco, che insieme a Prodi, Maccanico, ecc, hanno imparato la lezione nuovamente molto accortamente (10,6% dei deputati contro il 6,8% dei voti. Per contro, Rifondazione Comunista e' il partito che, pur essendo legato dal patto di desistenza con la coalizione vincente, ha subito la più elevata penalizzazione poiché, a fronte dell'8,6% dei voti conseguiti, ha ottenuto alla Camera soltanto il 5,4% dei seggi.'

 
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