Roma, 25 giugno 1996
PRESENTATE ALLA CAMERA DA PAOLO CENTO, DEPUTATO DELL'ULIVO, DUE INTERROGAZIONI PARLAMENTARI PREDISPOSTE DAL CORA (COORDINAMENTO RADICALE ATIPROIBIZIONISTA), CHE RICHIEDONO AI MINISTRI DI GRAZIA E GIUSTIZIA E DEGLI AFFARI SOCIALI UN IMPEGNO URGENTE PER LA MODIFICA DELLA LEGGE SULLE DROGHE.
FRA LE ALTRE COSE NELLE INTERROGAZIONI SI INVITA IL GOVERNO A DARE PIENA ATTUAZIONE AL RISULTATO REFERENDARIO ABROGANDO LE SANZIONI AMMINISTRATIVE PER IL CONSUMO DI DROGHE ILLEGALI E CONSENTENDO FORME DI SPERIMENTAZIONE NELLE CURE E NEI TRATTAMENTI DELLE TOSSICODIPENDENZE, CHE SEGUANO I PROTOCOLLI SCIENTIFICI ATTUALMENTE ADOTTATI CON OTTIMI RISULTATI IN ALCUNI PAESI EUROPEI (DALLA SVIZZERA ALL'INGHILTERRA)
IL CORA CON QUESTA INIZIATIVA INTENDE RILANCIARE A SOSTEGNO DI TUTTI I PARLAMENTARI ANTIPROIBIZIONISTI ALCUNE IPOTESI DI RIFORMA DI UNA LEGISLAZIONE SULLA DROGA DI CUI GLI STESSI DOCUMENTI GOVERNATIVI (COME LA RELAZIONE PRESENTATA A MARZO AL PARLAMENTO DAL MINISTRO OSSICINI) DENUNCIANO L'INSUFFICIENZA , L'INADEGUATEZZA E IL FALLIMENTO
DICHIARAZIONE DI PAOLO CENTO:
'A piu' di 5 anni dall'approvazione della legge Jervolino-Vassalli l'unica concreta, ma incompiuta riforma introdotta nella legislazione sulla droga nel nostro paese e' stata rappresentata dal risultato referendario 1993.
A fronte del fallimento, accertato e inconfutabile, delle politiche sanitarie, sociali, criminali e di ordine pubblico che hanno ispirato la 'sterzata' repressiva culminata nell'approvazione della legge 162 '90 e' sempre piu' evidente che bisogna riformare la legge sulle droghe partendo dal risultato referendario; per restituire diritti ai cittadini medici e tossodipendenti; per contrastare quel 'proibizionismo sulle cure' che ancora contraddistingue la nostra normativa; per realizzare forme di sperimentazione di cui l'esperienza internazionale dimostra l'efficacia per configurare da subito (a partire dalle droghe leggere) politiche antiproibizioniste e di diritto, capaci di affrancare la societa' l'economia legale e le stesse istituzioni dalle influenze e dai condizionamenti di poteri criminali, che il proibizionismo produce alimenta e rafforza.
In questo quadro e' importante proseguire sulla strada della riduzione del danno. La discussione, che oggi prosegue alla Camera, sulla conversione in legge del decreto attuativo del DPR 309/90, deve pero', a mio parere, evitare di separare concettualmente la 'riduzione del danno' dalle politiche di legalizzazione e piuttosto riflettere sul fatto (inconfutabile) che, ovunque siano state intraprese politiche che noi definiamo di riduzione del danno, esse sono consistite nella sostituzione dell'offerta del mercato criminale con forme di offerta, vendita o somministrazione legale di droghe proibite, cioe' con forme, ancorche' parziali, di legalizzazione'.