Roma, 15 agosto 1996

"Il rischio è che il regime riesca ad imporre alla società ed alle istituzioni italiane la contrapposizione secessione-antisecessione, come ieri quella terrorimo-antiterrorismo.

Di nuovo sarebbe uccisa la politica, negato ufficialmente lo Stato di diritto, marginalizzate o abolite le lotte sociali, politiche riformatrici, potenziata ogni ammucchiata di potere, rinviata sine die ogni vera Riforma.

Il regime, da ottant'anni, secerne in Italia assetti garantiti dalla promozione di antagonisti criminalizzabili: gli antifascisti presentati come comunisti; gli oppositori alle unità nazionali come terroristi di destra o di sinistra; e, ora, prima come 'razzisti' poi come 'secessionisti' ogni vera alternativa alle querce ed agli ulivi, e poli cooptati o cooptandi.

Spero che la Lega comprenda questo pericolo. E, costi quel che costi, ci impegnamo per scongiurare in ogni modo democratico per evitarlo. Noi siamo pronti ad innescare un processo federalista anche rivoluzionario, contro la partitocrazia, il centralismo, il monopartitismo imperfetto che torna ad affermarsi.

Il federalismo è possibile, oltre che necessario. Può includere anche componenti indipendentiste, almeno per un lungo tratto.

L'inverso mi sembra francamente impossibile, o dannoso".