'Lo spirito radicale e' un po' errabondo, vaga sui ruderi delle ideologie. E quindi non c'e' niente di male se, dopo aver preso una cotta per il centrodestra, adesso guarda a sinistra'. Alfredo Biondi, liberale da una vita, vicepresidente della Camera, osserva con occhi disincantati la giravolta radicale. 'Che trovino difficolta', proprio per la loro realta' individualistica, a collegarsi con i grandi poli, e' fatale. E di rimbalzo possono cogliere altrove quello che non hanno trovato da una parte'. Sospira, l'ex ministro della Giustizia, e racconta: 'Per la verita', di questa storia ho parlato proprio l'altro giorno con Berlusconi.....
D. E cosa che le ha detto?
R. Gli ho spiegato che se si vuole un accordo nel quale le anime liberali siano piu' vive nel corpo di Forza Italia e nel Polo, occorre risolvere il problema che riguarda Pannella e gli accordi presi con lui
D. Comunque, Biondi, cosa pensa dell'appello lanciato alla sinistra?
R. E' la conseguenza di una certa difficolta' che hanno trovato ad esprimersi. D'altra parte, gli esponenti radicali ormai inseriti nel Polo i Vito, i Calderisi, i Taradash non sono piu' omologhi alla posizione movimentista di Pannella, e forse anche della Bonino. La quale, tra l'altro, ha avuto dal Polo anche un riconoscimento piuttosto forte, sul piano internazionale. Ricordiamolo, gia' che rivendica un rapporto internazionale con la sinistra. Non credo che al posto di commissario europeo ci sia arrivata per caso.
D. Vede un po' di ingratitudine?
R. Andreotti ha detto una volta una bella frase: in politica non esiste la riconoscenza ed e' raro il riconoscimento. Quindi non mi illudo. Credo sia giusto che, acquisita una posizione, uno guardi avanti... Guai se si vivesse nel ricordo del passato.
D. Quali sono stati gli errori del Polo nei confronti dei radicali?
R. Soprattutto due: quello di credere di poter fare l''usa e getta", che e'empre un errore da supermercato, e poi pensare che i radicali siano assimilabili. I radicali sono dei catalizzatori, facilitano una reazione, la sollecitano, ma spesso non ne fanno parte. Ritengo l'elemento radicale vitale proprio per questa capacita' di stimolo. Io sono meno movimentista di loro, ma riconosco che con il movimento si vive, con la stasi si può morire di decubito.
D. Questo appello dei radicali e' dettato solo da nobili ragioni di politica o anche da un risentimento nei confronti del Polo?
R. Credo ci siano tutte e due le cose. Pannella e' rimasto un po' deluso. La posizione liberale e' forte in Forza Italia, ma e' piu' soggettiva che quantitativa. Di conseguenza, puo' darsi che questo sia il motivo della sua delusione. Comunque e' giusto, importante, cercare il liberale ovunque si trovi. II mio slogan, quando facevo il segretario del Pli, era: non cercare altrove il liberale che e' in te. Pero' si possono cercare anche altrove... Puo' darsi che Pannella, che e' un po' rabdomante, che avverte le cose prima che si verifichino e le trova anche dove non ci sono, senta che c'e' questo bisogno di ideali comuni liberali libertari, presenti anche in atri movimenti... Questa potrebbe essere la parte buona della decisione presa.
D. Biondi, secondo lei siamo, come pensano molti, al tramonto politico di Pannella?
R. Questo puo' essere. E infatti adesso digiunano gli altri. Mi pare che ci siano tanti giovani nel movimento di Pannella, come la Rita Bernardini, che hanno imparato la lezione. Non dico che il maestro non e' più seguito no. Pero' Pannella ha la mia eta', e di conseguenza vede più le cose in una visione retrospettiva va che anticipatrice. Puo' darsi che gli altri dicano: ora, scordiamoci il Polo e guardiamo altrove