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Agora' Agora - 26 settembre 1996
SPINELLO SENZA FILTRO

CARMELO PALMA E' L'ASSESSORE DI TORINO CHE RISCHIA DI ENTRARE NELLA STORIA CON LA MAIUSCOLA. PER LA SUA PROPOSTA DI VENDERE LE DROGHE LEGGERE DAL TABACCAIO

Articolo di Barbara Frandino pubblicato da 'Il Venerdì' de 'La Repubblica il 26 settembre 1996

Appunto per la lettura di Carmelo Palma................Sapevo che non si sarebbe trattato di un'intervista politica, ma di un 'ritratto'. Avevo posto come condizione che la trascrizione delle miei risposte sui punti 'politici' fosse rigorosamente letterale. Non posso dire che questa condizione non sia stata rispettata. L'articolo pubblicato non distorce le mie risposte, semplicemente non riporta neppure le domande tranne una o due. Ne viene fuori un ritratto inventato sui miei rapporti con la nonna, con Pannella, con la vita...pieno di errori: non sono assessore, non sono laureato...

Pare che questa sia informazione nazional popolare.

Di origine siciliana, nasce a Torino 28 anni fa. Carmelo Palma milita nel partito radicale dal 1983. La sua lista di sostegno al sindaco Castellani, 'Alleanza per Torino', ottiene solo 425 voti, ma viene eletto consigliere comunale.

Cresciuto nel quartiere operaio Mirafiori, figlio di un fochista impiegato di un ospedale e di una sarta, che lavora per una Usl, va a scuola dai Salesiani, gioca a calcio, si laurea in filosofia. Torna almeno una sera a settimana nella vecchia casa di città, con vista sulla Fiat dove abita la nonna Laura. Le sue guide morali? Sciascia, antiproibizionista storico, e Pannella un amico prima di tutto.

Torino - Uno si immagina di vedere arrivare un figlio dei fiori, passo ciondolante, capelli che non vedono una spazzola dal lontano concerto di Woodstock, sandali, nuvole di incensi orientali. E invece arriva un tizio ordinatino, vestito di fresco-lana verde oliva, camicia bianca, valigetta di pelle, 'dà fastidio se fumo?', 'possiamo fare in fretta? C'è mia nonna che mi aspetta per pranzo'. Carmelo Palma è l'autore dell'ordine del giorno sulle droghe libere. Il consigliere comunale di Torino che vorrebbe riconvertire le tabaccherie alla vendite degli spinelli e istituzionalizzare il 'buco', sperimentando l'uso dell'eroina a scopo terapeutico. Quanto basta per scatenare il putiferio: il suo ordine del giorno viene approvato dalla maggioranza dei consiglieri comunali, il cardinale di Torino urla allo scandalo, l'Ulivo si spacca, il governo fa un invito alla saggezza, i medici cattolici insorgono, i leghisti fanno un comizio e lo definiscono 'criminale', An gli recupera a casa siringhe, la sinistra progressista

e antiproibizionista lo corteggia, Marco Pannella gli telefona: 'Bravo ragazzo, sono fiero di te'.

Il ragazzo Palma ha 28 anni. E una militanza nel partito radicale che risale al 1983. A 17 anni conosce Pannella, al congresso nazionale di Roma. Attende il discorso conclusivo, si avvicina col cuore in gola. Per lui che segue radio radicale come una Bibbia, che somatizza ogni sciopero della fame di Marco e dimagrisce, che sa a memoria i libri dell'antiproibizionista Sciascia, è come se dovesse incontrare Roosevelt. 'Alla prima stretta di mano capii che Pannella non aveva nulla del mito, era piuttosto come ritrovare un vecchio amico'. Idillio. Palma diventa militante a tempo pieno e responsabile nazionale del coordinamento radicale antiproibizionista.

D. E poi?

R. Mi sono presentato alle elezioni amministrative del '92 con una lista civica che si chiama 'Alleanza per Torino' e che sostiene il sindaco Castellani. Bottino: 425 voti'.

D. Non proprio un plebiscito.

R. Sufficienti per entrare in consiglio comunale e per essere nominato alla presidenza della commissione tossicodipendenze.

D. Ma è rimasto un oscuro consigliere, fino a quando non ha portato in aula il suo rivoluzionario ordine del giorno...

R. Forse un giorno, tornerò ad essere un oscuro impiegato, o un oscuro laureato in filosofia. Non intendo fare il politico per altri dieci anni.

D. I proibizionisti si augurano che il suo addio alla politica avvenga presto.

R. I proibizionisti non sono la maggioranza.

D. Lei fuma spinelli?

R. Non ho mai fumato uno spinello in vita mia, non ho mai voluto dare un soldo al mercato illegale.

D. E se fossero legali, li fumerebbe?

R. Non so. Forse in occasioni particolari.

D. Com'è diventato un esperto di tossicodipendenza?

R. Non sono un esperto di droghe, ma di leggi sulla tossicodipendenza. E' diverso. Mi sono messo a studiare tutte le riviste del settore, mi sono frullato il cervello con le statistiche, sono andato in giro per l'Europa a vedere come se la passano i tossicodipendenti degli stati più antiproibizionisti. Non sono un tossicologo, ma non è questo che conta. Nessuno si è mai stupito perchè Ronchi non è un erborista.

D. Ma ci sarà pure qualche motivo che l'ha spinta a studiare a memoria le statistiche sulla tossicodipendenza?

R. Sono nato e cresciuto a Mirafiori, quartiere operaio di Torino, come ci tengo a scrivere nei miei santini elettorali. Mio padre è fochista, addetto alla centrale termica di un ospedale, mia madre una sarta, anche lei dipendente dell'Usl. A Mirafiori sono andato a scuola dai salesiani, ho giocato a calcio la domenica. Beh, nel corso degli anni ho visto un sacco di gente finire nel giro. A Mirafiori la droga è la prima occasione di reddito per chiunque voglia lavorare. O fai l'operaio, o fai i soldi con la droga: sono pochi quelli che riescono a trovare un lavoro diverso.

D. E vive ancora nello stesso quartiere?

R. Qualche sera a settimana sì, in un appartamento che divido con mia nonna Laura, proprio davanti alla Fiat: passo molte notti in treno, sulla linea per Roma. E altre notti in una mansarda del centro, poco più grande di un magazzino delle scope, con una libreria, un letto, una scrivania, il bagno sul ballatoio.

D. Eppure lei, l'eroina, vorrebbe portarla negli ospedali, o nelle strutture sanitarie specializzate.

R. L'esperimento, all'inizio, riguarderebbe un numero esiguo di tossicodipendenti.

D. Ma servirebbe anche alla salute dei tossicodipendenti?

R. Servirebbe soprattutto a quella. In Svizzera, dove fanno già l'esperimento, hanno provato che i tossicodipendenti in terapia da oppiacei hanno condizioni di vita migliori, non perdono peso, si ammalano meno, non rischiano l'Aids e riducono la quantità di eroina assunta.

D. E le droghe leggere? E' proprio vero che si potrebbero comperare in tabaccheria, come normali sigarette?

R. Certo, ma questo non vuol dire che ci sarebbero supermarket della droga, io immagino solo vendite rigorosamente controllate. La cosa importante è che si spazzi via il mercato illegale. Sono di origini siciliane, e in Sicilia la droga è il potere. Controlla l'economia, la politica, la vita delle persone.

D. Che cosa succederebbe se la legge, come richiesto dal suo ordine del giorno, fosse modificata?

R. Tecnicamente sarebbero abrogate le sanzioni previste dalla legge 73. L'atto successivo sarebbe la regolamentazione dei criteri autorizzativi. Lo Stato rilascerebbe le autorizzazioni: gli incensurati e quelli che hanno tutti i requisiti potrebbero produrla e venderla.

D. Chiunque, insomma, potrebbe avere le sue piantine di canapa indiana sul balcone o potrebbe convertire il suo orto in una piantagione di cannabis?

R. Sì

D. Lei crede che il parlamento accoglierà l'ordine del giorno di Torino?

R. Ci spero proprio. Il disastro provocato dal regime repressivo è sotto gli occhi di tutti

D. E nell'attesa che il parlamento decida?

R. fumo malboro, light.

 
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