La Droga e l'Europa: dibattito a tutto campo
di Gianfranco Dell'Alba, deputato europeo della Lista PannellaRiformatori
L'eurodeputato del PPI Giovanni Burtone ha pubblicato mercoledi su "Il Popolo", nella sua qualità di relatore sul programma europeo per la prevenzione della tossicodipendenza, un suo resoconto delle posizioni espresse al Parlamento europeo che da l'impressione che le tesi di Burtone non siano solo personali, ma riflettano praticamente l'opinione dell'Europa intera.
In quest'articolo dall'eloquente quanto fuorviante titolo "droga libera, poi chi paga?" Burtone lascia intendere che, col suo rapporto votato dal Parlamento europeo, arrivi un "no" alla liberalizzazione (sic) delle droghe leggere e, conseguentemente, una sconfessione delle prese di posizione antiproibizioniste del Consiglio comunale di Torino e di tutti coloro che ritengono che per lottare davvero e più efficacemente contro il narcotraffico sia necessario rivedere profondamente l'attuale legislazione sulla droga.
Burtone fa questo sulla scorta dei negoziati che sta avendo sull'argomento con il Consiglio dei Ministri dell'Unione, sui quali ritornero', tralasciando di citare il suo punto di partenza obbligato e cioé, appunto, il rapporto del PE che prende il suo nome ed affermando controverità per almeno due sostanziali motivi:
in primo luogo il documento da cui parte la riflessione di Burtone non é altro che il tentativo di armonizzare a livello europeo le misure di prevenzione della tossicodipendenza mediante un Programma d'azione quinquennale dotato di poco più di cinquanta miliardi di lire per l'intera Unione europea.
E questo, senza la minima possibilità di incidere sulle legislazioni degli stati membri, che in questa materia conservano la loro piena autonomia, come dimostra la "guerra" in corso fra Francia ed Olanda proprio sulle disposizioni nazionali in materia di droga.
Checché ne pensino Burtone e le "migliaia ?" di giovani svedesi che sembra gli abbiano scritto in questi giorni é proprio cosi, ed il Parlamento europeo non ha preso posizione sulla legalizzazione delle droghe, leggere o pesanti, nel contesto del rapporto Burtone, molto semplicemente perché non doveva pronunciarsi in materia.
Far credere il contrario é una operazione assolutamente strumentale.
In secondo luogo il rapporto Burtone votato dal Parlamento europeo in seconda lettura il 29 settembre 1995, nel suo ambito circoscritto, é un buon rapporto, al quale hanno dato il proprio contributo molti deputati europei dichiaratamente antiproibizionisti, proprio perché si ispira al metodo della cosiddetta riduzione del danno, aborrito invece da coloro che Burtone dice avere oggi al suo fianco. E' il metodo, per capirci, che considera la tossicodipendenza un problema essenzialmente sanitario e sociale, e non delinquenziale, e che si prefigge, partendo dal presupposto che "una società completamente libera dalla droga è forse un utopia e che le politiche adottate devonocontenere il problema nel modo più efficace possibile", di sottrarre i tossicodipendenti dal mercato clandestino e dai rischi di contagio attraverso la distribuzione di sostanze di sostituzione, di siringhe ecc. e l'incentivazione degli aiuti medici e psico-sociali. Questo, partendo dal presupposto che "il regime attuale (sulle droghe), in vi
gore da oltre 7O anni, ha comportato tutta una serie di effetti perversi".
A ben vedere, dunque, esattamente l'impostazione seguita da molti comuni italiani e del resto d'Europa.
Sulla scorta di tali premesse e con questo specifico mandato una delegazione del Parlamento si è presentata in queste settimane davanti al Consiglio dei Ministri della UE per la cosiddetta "procedura di conciliazione" prevista per gli atti legislativi che vedono le due istituzioni, per una volta, su un piede di parità. Se la delegazione del PE, di cui faceva parte Burtone; ha ceduto alla pressioni di alcuni governi ed ha svenduto le posizioni votate dalla plenaria, lo vedremo quando saranno disponibili i testi definitivi, sui quali comunque il parlamento sarà chiamato a pronunciarsi di nuovo, ed a maggioranza assoluta.
Grave sarebbe, su questo punto, un passo indietro del PE che andrebbe comunque scongiurato, ma che, comunque, lo ripeto, nulla ha a che vedere con la questione più globale delle legislazioni in materia di droga.