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Agora' Agora - 20 ottobre 1996
IL PALCHETTO IGNORATO

IL GIORNALE 20 OTTOBRE 1996

Silenzio di stampa e Tv

Articolo di Iuri Maria Prado pag.6

Il Movimento dei Club Pannella-Riformatori ha organizzato e sta continuando un'operazione di cui stampa e Tv hanno ritenuto di non doversi occupare (a parte questo quotidiano, con un intervento di Gismondi, solo un paio di brevi occhiate telegiornalistiche). Il che dovrebbe sorprendere, se si pensa almeno alla singolarità dell'iniziativa: un palchetto piazzato nel centro di Roma e dal quale, da due settimane, senza sosta, giorno e notte, dei cittadini - non necessariamente esponenti pannelliani - parlano, parlano, parlano di giustizia, di informazione, di imposte, di privatizzazioni, di legge elettorale, di referendum. Ora con interventi mirati e tecnici, ora - raramente - un po' sgangherati e preteschi, ma sempre di livello infinitamente più alto rispetto all'ignobile tiritera politichese cui siamo abituati. Da quindici giorni per tutto il giorno e tutta la notte, da quel palchetto romano si parla di "cose". E su quel palchetto - clandestino e di cui l'informazione ufficiale non dice, microscopica sede di

un "parlamento" di cui non si deve sapere e i suoi discorsi, se diffusi, sarebbero seguiti dalla gente, e terrorizzerebbero chi la gente dice di amare e proteggere, a patto che essa rimanga nel perenne stato plebeo e di ineducazione, ma su quel palchetto è andato ieri a parlare Marco Pannella. Per dire che cosa? Io non ve lo dico. Io aspetto di leggere i giornali, e scommetto con voi: non ci troverò le cose di cui ha parlato Pannella. Se sbaglio (e mi piacerebbe sbagliare) farò penitenza. Ma se prevedo giusto, chiedo sin d'ora a Vittorio Feltri, per domani o dopo, qualche decina di righe per dire a voi quello che nessuno vi ha detto. E sarete poi voi a giudicare: a)se si tratta di roba interessante; b)se è roba "che vi tocca"; c) se è giusto che non sappiate che su quella roba non il parlamento, non il governo, non i sindacati, non i giudici, non i giornali, ma voi potete decidere. Decidere voi, una buona volta: come sempre vi impediscono di fare, perchè voi fareste il contrario di quello che fanno loro, e c

ioè meglio (meglio per voi e peggio per loro). Ne riparleremo, purtroppo.

 
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