Roma, 3 gennaio 1997
PANNELLA: BASTA. ALLE ARMI CODARDI.
"Contro l'assoluta incertezza del diritto opposto, in ogni sede della giurisdizione da un sistema e da un regime oggi al loro apogeo, verso le leggi scritte e i diritti fondamentali dell'uomo e del cittadino; contro l'arbitrio istituzionalizzato con cui, da decenni e in modo sempre più violento, la Corte Costituzionale ha assolto e finora assolve il compito di sequestrare al popolo sovrano il suo potere referendario, di assicurare al potere burocratico e di blocco sociale storico fascista, e partitocratico poi, preminenza, privilegi, superiorità nei confronti delle leggi; contro la lugubre e violenta giurisprudenza da controriforma, da casuistica gesuitica, tardogiacobina e tardocomunista, che ha perso perfino il decoro che la giurisdizione e le supreme magistrature hanno avuto nel periodo della dittatura fascista; contro il pericolo di un intervento secondo (e peggio) le proprie giurisprudenze di regime e di parte, antipopolari e antidemocratiche, continuista e reazionario, della Corte Costituzionale che d
eve giudicare secondo Costituzione, e per garantirne e facilitarne l'inveramento, l'esercizio dei poteri e dei dirittidoveri civili e politici, contro tutto questo, e in alternativa ad un ceto e ad una nomenklatura intellettuale, burocratica, politica ed istituzionale corrotta e codarda, occorrono rivolta e rivoluzione liberali e, soprattutto, di liberazione.
Liberali e democratici di tutti i tempi e luoghi presenti blaterano che dinanzi alla negazione delle libertà e del diritto esiste non solamente il diritto ma anche il dovere di ribellione, di rivolta, di insurrezione. Noi siamo, anche, nonviolenti e libertari. Riconosciamo ai 'violenti' una diversità profonda da noi, ma non l'estraneità che ci divide dai codardi, dagli 'indifferenti', dai potenti e prepotenti. Allora: alle armi, piuttosto che nelle gogne dei vili".