PANNELLAGANDHI: RIBALTIAMO LO STATO FUORILEGGE
"Se i giudici della Consulta sceglieranno secondo Costituzione potranno iscriversi nella storia"
Intervista a Marco Pannella di Ugo Bonasi pag.2
pubblicata da tutti i quotidiani del Circuito editoriale NazioneCarlino.
Scalfaro, il Polo e la sinistra dell'Ulivo "nemici degli italiani"? Marco Pannella impegnato anche la domenica nella sede del Partito Radicale per tenere viva l'attenzione sulla prossima decisione della Consulta in merito ai referendum ed alla legge che reintroduce il finanziamento dei partiti nonostante il 'no' espresso dagli italiani, ci va cauto con le parole. "Nemici" è un termine che non appartiene al gergo dei nonviolenti, fa presente, anche se nei giorni scorsi ha sommerso tutti di accuse... Ci pensa un attimo e poi, centellinando le parole, riparte contro i moloch della politica. Altro che "nemici"! "Al di fuori dell'ipocrisia delle allusioni, e assumendomene le responsabilità, preferisco allora accusare di alto tradimento e di attentato contro la Costituzione il presidente della Repubblica. E accusare un sistema di associazioni per delinquere, nel senso tecnico giuridico del nostro codice penale. Un sistema che spossessa, come nel passato, il Parlamento dei suoi compiti e dei suoi obblighi costitu
zionali per tornare a farne più che mai l'organo di registrazione della volontà e dei dettami della partitocrazia. Ribadisco cioè, che culturalmente e politicamente occorre difendersi e rovesciare uno Stato che si pone, esso e non noi, 'fuorilegge'"
D. Anche i giudici della Corte Costituzionale sono assimilabili alla classe politica?
R. Siccome non crediamo nella politica del tanto peggio, tanto meglio, vorremmo dimostrare ai giudici della Corte che hanno davanti a loro un Paese civile, attento e consapevole e non il Paese ignorante, distratto e corrotto che sistematicamente si è voluto creare attorno a loro. Noi non chiediamo nulla ai giudici. Abbiamo troppi motivi di fierezza e di serenità per farlo. Ma offriamo loro un'occasione assolutamente straordinaria e irripetibile perché questa Corte si scriva nella storia di questi anni, e della crisi della nostra società e delle istituzioni, come quella che si erge e decide secondo Costituzione e diritto. E non secondo opportunità o servaggi di parte".
D. Nelle sue affermazioni sulla Consulta ci sono cenni di ottimismo? O no?
R. Se crescesse questo sussulto di consapevolezza, questa improvvisa illuminazione della gravità di un momento dal quale possono nascere eventi straordinariamente positivi o negativi, ci troveremmo dinanzi ad una situazione assolutamente tranquilla. Tutti sanno che se i referendum soprattutto quelli ritenuti più importanti non si fanno, sarebbe solamente perché il popolo li plebisciterebbe. In realtà la Corte ha una grande responsabilità: decide già non l'ammissibilità o no di referendum, ma decide se impedire o no la riforma liberale, liberista, libertaria del nostro Paese.
D. Lei ha parlato di rivolta armata per la libertà...
R. La rivendico. Ma va interpretata assolutamente alla lettera. Dal 23 al 26 gennaio un Consiglio generale del nostro Movimento, allargato a parte dei militanti, deciderà su questo. In realtà, ho aggiunto "alle armi, codardi!": un termine usato da Gandhi per coloro che essendo nonviolenti possono solo essere codardi o coraggiosi di fronte alla violenza che nega i loro diritti.
D. Proprio ieri Bertinotti non ha escluso l'uso della lotta armata. C'è un parallelo?
R. Sé c'è. C'è il dovere dal parte del liberale di rivolte e di insurrezione contro regimi o atti di negazione del diritto della libertà. Sono stufo, perché è cosa nauseante di questi liberali ufficiali e 'in titoli' da settant'anni che, o lucrano nei regimi che condannano e fanno i liberali esuli nei più grandi alberghi del mondo... Allora vorrei ricordare loro che esiste anche un altro modo di essere liberali.
D. Questo quasi totale silenzio sui referendum cosa significa? Che è tornato il regime?
R. Ho sempre detto che siamo al terzo tempo, all'apogeo del regime partitocratico. Un terzo tempo che risulta un'alleanza storica tra il partito dei giudici e quello degli industriali...
D. Lei è un veggente della politica. Cosa vede nel futuro del Paese?
R. Vedo che tutti coloro che si pongono questa domanda concorrono a scoprire dietro l'angolo il mostro di una controriforma chiaramente autoritaria e sfascista del nostro Stato. Per questo noi stiamo combattendo.