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Segreteria Rinascimento - 16 gennaio 1997
NUBI SUI REFERENDUM
La Consulta verso il no per i quesiti regionali. Formigoni: reagiremo con gesti

clamorosi

di Silvana Mazzocchi

ROMA Si esaurisce in queste ore alla Consulta la discussione sui dodici referendum regionali e da oggi l'attenzione si sposta sui diciotto quesiti proposti dai riformatori. Ascoltate le parti e fissati i criteri generali, a vagliare le proposte che potrebbero imprimere un radicale cambiamento dell'organizzazione dello Stato verso il federalismo amministrativo, i giudici hanno lavorato tre giorni interi chiusi nella sala della "Pompeiana", al secondo piano del Palazzo. Conclusa la prima fase della maratona, le poche indiscrezioni dell'ultima ora non promettono niente di buono per i cinque consigli regionali che hanno dato il via all'iniziativa referendaria. Alla Corte nulla c'è ancora di scritto, ma l'orientamento espresso dai tredici giudici (uno è mancante e un altro è assente per malattia) sarebbe positivo e neppure in maniera univoca solo per i quesiti che riguardano l'abrogazione dei ministeri, in parziale conformità con la giurisprudenza della Corte che già nel '93 aveva dichiarato la materia ammissi

bile. Ma sarebbe invece negativo per la maggioranza degli altri, se non per tutti. Un elenco in cui compaiono i quesiti considerati fondamentali dai promotori come quello sull'abrogazione del potere direttivo dello Stato sulle materie delegate alle regioni". Le decisioni della Consulta possono però essere cambiate fino all'ultimo momento della Camera di consiglio, e dunque le parole dette ieri da Roberto Formigoni (chel guida il pool dei promotori regionali) acquistano il sapore di un appello in extremis. "Il clima sociale nel quale noi presidenti delle regioni del nord ci troviamo ad agire ci ha spinto a fare del federalismo un obiettivo forte. Se ce lo togliessero dalle mani ha avvertito Formigoni non potremmo che reagire con gesti clamorosi". Una decisione negativa della Consulta sarebbe insomma per Formigoni "Uno scippo gravissimo dal punto di vista tecnico e un attentato all'unità del Paese dal punto di vista politico. Esaurita la discussione sui quesiti d'iniziativa regionale, oggi tocca ai riformato

ri di Pannella. L'ordine di analisi è quello dell'iscrizione al ruolo. Si parte dall'abolizione dei limiti attuali per l'aborto, per passare subito dopo alla futura sorte dell'Ordine dei Giornalisti, quindi via via fino all'abolizione dello status di droga per l'hashish e la marijuana, il sesto in agenda. Solo successivamente saranno trattati i referendum elettorali e il pacchetto riguardante i magistrati, Csm compreso. Lunghi i tempi previsti. La decisione finale della Corte, frutto di una collegialità tradizionale alla Consulta, potrebbe slittare alla fine della settimana prossima. Intenzionati a proseguire ad oltranza nell'analisi dei referendum i giudici non vogliono interrompere la Camera di consiglio ed è dunque stata rinviata l'udienza prevista per martedì e mercoledì prossimi. Achille Occhetto ed altri 39 esponenti del Pds (tra i quali Emanuele Macaluso, Claudia Mancina e Augusto Barbera) hanno firmato intanto un documento per chiedere alla Corte di "dare il via libera ai referendum che aboliscono l

a quota proporzionale nella legge elettorale ed anticipano che, se la Consulta ammettesse il pacchetto di proposte abrogative, loro si esprimerebbero per il "si" .

 
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