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Segreteria Rinascimento - 18 gennaio 1997
PREMESSA ALLA CONFERENZA STAMPA DI MARCO PANNELLA DI OGGI, SABATO 18 GENNAIO 1997.

(* = periodo sottolineato)

'La Corte ha fortunatamente abbandonato i tempi da plotone d'esecuzione o da 'tempi moderni' di Charlot che ha riservato all'illustrazione delle memorie difensive, alla presenza della difesa in Camera di Consiglio.

Ma da quel che trapela, o se ne arguisce, lo scontro è fra due posizioni politiche, a proposito dei referendum delle Regioni e di quelli elettorali o sulla giustizia. Mentre la sostanza è un'altra. *La Corte deve limitarsi a prendere atto se sussistano o no, sul piano della Costituzione e del diritto, impedimenti straordinari, gravi, patenti che possano legittimare il divieto di svolgimento di referendum, il divieto di voto democratico in Italia*. La Corte deve rientrare nel suo ruolo di verifica di legittimità costituzionale secondo la Costituzione della Repubblica italiana, e non secondo i propri editti ed i propri straripamenti di potere, a cominciare dai danni alle funzioni assolte secondo la legge dalla Corte di Cassazione. La Corte non può, pena gravissime responsabilità d'ordine penale, attentare ai diritti politici dei cittadini, annullarli, proseguire nell'opera di sequestro dell'istituto referendario, cassando ogni certezza e forza del diritto per sostituirvi il proprio arbitrio.

Lo ripetiamo: non i referendum, ma i motivi di nullità delle richieste referendarie, devono esser straordinari, quando la Cassazione abbia verificato la sussistenza della validità della richiesta per quanto è di sua competenza verificare.

Di conseguenza, il Movimento rivolge un appello alla Corte Costituzionale perché torni ad essere quella che la Costituzione Repubblicana ha voluto per assicurare e non per negare la sua forza e la sua applicazione. E' intollerabile che anche uno solo dei referendum sia impedito. Della sua ragionevolezza, della sua positività, dell'intellegibilità del quesito, della non contradditorietà della richiesta abrogativa è il popolo che deve giudicare, non dei chierici custodi di casuistiche controriformiste, negatrici del diritto moderno e liberale; e deve farlo con la forza della democrazia e del voto.

Di conseguenza il Movimento sin d'ora si prepara, nel Consiglio Generale che si terrà dal 23 al 26 gennaio, a attivare tutte le armi della nonviolenza, del diritto, della disobbedienza civile, della democrazia per incardinare la lotta per la realizzazione del diritto referendario in Italia e per assicurare la tenuta di referendum su tutti i temi che eventualmente la Corte tornasse a sequestrare'.

 
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