REFERENDUM, SI ALLUNGANO I TEMPI
ROMA Ottavo giorno di riunione in Camera di Consiglio, ieri, della Corte co
stituzionale per stabilire l'ammissibilità dei trenta referendum: diciotto proposti
dai Riformatori di Pannella e dodici dalle Regioni. Sinora i giudici della Consulta
hanno focalizzato l'attenzione sul merito di questi ultimi, senza peraltro votare.
Oggi, domenica e lunedì, la Corte non si riunisce: la discussione riprenderà martedì mattina con le consultazioni popolari promosse dai Riformatori (l'udienza pubblica che era stata fissata per il 21 è saltata). Il collegio è ormai sceso definitivamente a 13 componenti, dal momento che il giudice Riccardo Chieppa si era influenzato proprio all'inizio dell'udienza, e che i referendum di cui egli doveva essere rela
tore sono stati "riassegnati" ad altri suoi colleghi. Questa circostanza vuol dire che
adesso i giudici sono in numero dispari (due appena di più di quello minimo pre
visto dalla legge) e che quindi sarà più facile trovare una maggioranza sulle deci
sioni da prendere. Non sarà più possibile uno schieramento sette contro sette, e di
conseguenza il voto del presidente Renato Granata non sarà determinante (il suo
parere vale doppio in caso di parità). Se, come sembra, continuerà ad essere rispettato l'ordine di iscrizione a ruolo martedì si comincerà a discutere il referendum in materia di interruzione volontaria della gravidanza (relatore il giudice Giuliano Vassalli), volto a consentire anche alle strutture private di effettuare aborti e ad abolire il consenso del medico per le interruzioni della gravidanza nei primi 90 giorni di gestazione. Poi si passerebbe a quello per l'abolizione dell'Ordine dei giornalisti (relatore Santosuosso), e, via via, agli altri, tra i quali i due per l'abolizione della quota proporzionale del 25 per cento nell'elezione della Camera e del Senato (relatore Guizzi) e la proposta referendaria con la quale si chiede di abrogare il sistema proporzionale per l'elezione dei componenti del Csm (relatore Mirabelli). Quanto alle indiscrezioni sulla presumibile "durata" della discussione, si è appreso che la Corte sarà impegnata per tutta la prossima settimana e molto probabilmente anche per i pr
imi giorni dell'altra. Per depositare le sentenze e le loro motivazioni i giudici costituzionali hanno tempo per legge fino al 10 febbraio.