Roma, 20 gennaio 1997
Sull'allarme lanciato questa mattina da Marco Pannella sul voto referendario ("Sette o otto persone possono togliere il diritto di voto a 48 milioni di cittadini; se uno dei due voti conquistati con la Costituzione, quello elettorale e quello referendario, continuasse ad essere tolto di mezzo con arzigogoli giuridici (...) è tutta la democrazia ad essere in pericolo") Radio Radicale ha raccolto alcuni commenti:
"Esiste certamente un pericolo afferma Gennaro Malgieri deputato di An e direttore del 'Secolo d'Italia' e Pannella fa bene a lanciare l'allarme. Aggiungo che si tratta di un'altra delle molte anomalie che non permettono alla democrazia parlamentare di funzionare. E' giusto chiedere l'abrogazione della democrazia parlamentare in vista di un sistema politico molto più congruo ad una società complessa come la nostra, quindi ad un sistema tout court di democrazia presidenziale".
"Siamo tutti in ansia. dichiara il professor Augusto Barbera del Pds Io personalmente sono per i due referendum che chiedono di abrogare la quota proporzionale. Però stiamo attenti, la Corte sta lavorando, ci pronunceremo quando avremo il giudizio della Corte. Ritengo che i referendum siano ammissibili e spero che la Corte vada in questa direzione. Attendiamo con serenità e fiducia la decisione. Certo sono sette o otto giudici che dovranno decidere sul voto degli elettori, ma questo l'ha voluto la Costituzione".
"Il diritto ad esprimersi sui referendum sostiene il professor Gianfranco Pasquino del Pds è garantito solo quando la Corte li dichiara ammissibili. Capisco la necessità che ha Pannella di tenere il tiro alto sulla Corte, ma non posso condividere la sua affermazione secondo cui sette o otto giudici starebbero espropriando il nostro diritto che verrà riconosciuto se coincide con pronunce che la Corte costituzionale ha espresso nel passato con una sua valutazione dell'elemento giuridico e a fondamento dei referendum. Mi auguro che la Corte sia generosa, però in anticipo non posso criticarla. Posso solo notare che in passato la giurisprudenza è stata incerta".