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Partito Radicale Isabella - 21 gennaio 1997
COMUNICATO STAMPA:

QUOTE LATTE: L'ITALIA E LA SINDROME DELLA STAMPELLA

DICHIARAZIONE DI GIANFRANCO DELL'ALBA, DEPUTATO EUROPEO DELLA LISTA PANNELLA-RIFORMATORI

Bruxelles, 21 gennaio 1997

E cosí alla fine persino Dini, solitamente impegnato a ricevere ministri iraniani, o a annunciare aperture di credito a Milosevic, Castro e Gheddafi, si interessa alla disastrosa incuria italiana sui temi europei chiedendo - ieri, in piena rivolta degli agricoltori - rivalutazioni delle quote italiane! Una farsa che si aggiunge alla beffa dei migliaia di miliardi buttati al vento per l'incapacità di essere credibili a livello europeo ed evitare di trovarsi su questo come su altri fronti (vedi vicenda IRI, incapacità di spendere i fondi comunitari, etc..) nella solita situazione di pietire deroghe, aggiustamenti, favori. La sindrome della stampella di Enrico Toti, appunto.

L'affare delle quote latte, iniziato per la leggerezza dei governi che si sono succeduti dal 1984 in poi, è esploso nel 1994 costringendo il governo Berlusconi a pericolose e in definitiva inutili minacce di ritorsioni che hanno comunque condotto ad un innalzamento delle quote latte.

Il governo italiano dunque "sapeva": sapeva che la questione delle quote latte restava irrisolta nonostante la megamulta di oltre 3000 miliardi - quasi una "manovrina". E cosa hanno fatto negli ultimi due anni i governi Dini e Prodi, che hanno avuto addirittura a disposizione un semestre di presidenza europea per cercare di risolvere dignitosamente e senza i trattori in piazza, che certo non faranno buona impressione a Bruxelles, la questione latte?

Nulla, assolutamente nulla.

La richiesta di adattare le quote viene oggi, dando implicitamente ragione ai manifestanti senza i quali Dini magari si sarebbe recato in Afganistan, accompagnata peró dal monito che il governo non puó pagare questa ennesima multa perchè ció sarebbe considerato un "aiuto di stato" contrario alle norme comunitarie.

Curiosa interpretazione per cui quello che è stato regolare per più di 10 anni non lo è più : e che ne è, allora, dei quasi due milioni che il governo promette a chi acquista una vettura, preferibilmente di produzione nazionale?

Non trattasi palesemente, di un aiuto di stato più smaccato di quello dovuto per non aver saputo controllare il mercato lattiero e impedire la sovraproduzione?

 
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