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Segreteria Rinascimento - 26 gennaio 1997
RIFORMATORI: CONCLUSO CONSIGLIO GENERALE

Roma, 26 gennaio 1997

Quello che segue è il testo della mozione Vigevano (approvata con 56 voti favorevoli, 9 astenuti, mentre 4 voti sono andati alla mozione Finazzi) che ha concluso i lavori del Consiglio generale del Movimento dei Club PannellaRiformatori

Il Consiglio Generale del Movimento dei Club PannellaRiformatori

riunito a Roma dal 23 al 26 gennaio 1997

ascoltate le relazioni del Presidente e del SegretarioTesoriere;

prende atto di una serie di eventi che hanno profondamente mutato la situazione e le condizioni di lotta politica del Movimento che all'indomani dell'insuccesso elettorale del 21 aprile 1996 molti pretendevano fosse definitivamente sconfitto e cancellato.

In particolare e nonostante un ostracismo dei mezzi di informazione radiotelevisivi persino più grave di quelli registrati in precedenza del fatto che:

a) oltre 15.000 cittadini hanno versato contributi per il finanziamento del Movimento e del Partito Radicale, per un ammontare complessivo di tre miliardi e mezzo, capovolgendo in soli sei mesi una situazione di virtuale cessazione di attività;

b) 35 persone hanno raccolto l'appello a versare contributi di almeno 15 milioni e ad essi il Movimento rivolge il suo intenso ringraziamento mentre si deve prendere atto che si é restati ben lontani da quell'obiettivo di 5OO analoghi contributi che ci si era prefissati;

c) Oltre 300 militanti del Movimento, con l'apporto significativo e prezioso di personalità politiche aderenti ad altre formazioni, hanno assicurato ininterrottamente, dal 5 ottobre scorso, con la maratona oratoria il più lungo comizio di tutti i tempi, contribuendo con rigore nonviolento a destare consapevolezze sul rilievo della partita in corso riguardo alle scadenze referendarie;

d) nelle ultime settimane, grazie in primo luogo all'informazione fornita da "Il Corriere della Sera" é esploso il dibattito sulla imminente pronuncia della Corte Costituzionale sull'ammissibilità dei referendum, sul ruolo stesso della Corte e, a partire di qui, anche sul senso e sul ruolo della battaglia legalitaria politica dei riformatori;

ringrazia i cittadini che in varia forma hanno sostenuto in questi mesi le battaglie del Movimento, i militanti ed i dirigenti che con tanta efficacia hanno operato perché in cosi difficili condizioni non fosse travolta, con il Movimento, la speranza riformatrice; ringrazia in particolare coloro che hanno dato vita alla maratona oratoria, e Marco Pannella che, con il suo digiuno contro l'illegittima legge sul finanziamento ai partiti, ancora una volta ha dato corpo al metodo della nonviolenza per il diritto;

rileva come le impostazioni e le scelte che hanno sin ad oggi nutrito e connotato il dibattito sulle riforme, riflettano, drammaticamente, la natura partitocratica, conservatrice, eversiva, anticostituzionale dell'intero sistema politico, e siano condannate a fallire od a aggravare sotto il segno di un nuovo grande accordo consociativo, e di una rinnovata "continuità" culturale , il degrado civile e politico, a cui 40 anni di politica antiliberale hanno consegnato il nostro paese e le sue istituzioni; la Bicamerale (i cui "buoni" esiti sono affidati ad un improbabile e pericoloso compromesso fra scelte istituzionali alternative) o la Costituente dei partiti eletta su base proporzionale lungi dal rappresentare strumenti di Riforma e di alternativa sono scelte a cui, in realtà, questo sistema politico affida le proprie speranze di sopravvivenza: in questo quadro i referendum costituiscono, per ragioni di metodo, oltre che di merito, la risorsa democratica e riformatrice di proposta e mobilitazione politica

da contrapporre al disegno restauratore in atto.

denuncia l'emblematica ed estrema gravità della vicenda relativa alla legge sul finanziamento ai partiti. Contro lettera e spirito della Costituzione, alla quasi unanimità il Parlamento ha ribaltato il risultato di una decisione referendaria assunta dal 90% degli elettori. Tradendo la propria funzione costituzionale di garante, il Presidente della Repubblica ha promulgato la legge e la Corte costituzionale ha dichiarato irricevibile il conflitto di attribuzione sollevato dal Comitato promotore del referendum; cosicché, la volontà del corpo elettorale, palesemente denegata da un parlamento che ha delegittimato la propria funzione rappresentativa, é rimasta priva di ogni tutela giuridica e politica, mentre parlamento e presidente della repubblica si sono posti fuori e contro la legalità costituzionale;

richiama con forza tutti e ciascuno a prendere coscienza del radicale degrado dello stato del diritto in Italia, generato dalla prassi e dalla giurisprudenza ventennale della Corte Costituzionale sui referendum volta ad impedire ai cittadini italiani quel diritto pieno ad un duplice voto (elettorale e referendario) che la Costituzione ha prescritto. Oggi, per la prima volta, alcuni fra i più autorevoli esponenti della scienza giuridica e gli stessi ex Presidenti Caianiello e Baldasssarre denunciano il carattere politico e discrezionale e dunque anticostituzionale dei criteri che normalmente la Consulta ha adottato nel giudizio di ammissibilità dei referendum, di fatto negando lettera e spirito dell'art. 75 della Carta Costituzionale, e determinando una situazione di assoluta non certezza , e quindi non esistenza, del Diritto su uno dei punti cardine della democrazia, quale è disegnata dalla Costituzione. Ogni bocciatura dei referendum proposti rientranti tutti nei limiti previsti dall'art.75 sarebbe ennesi

ma conferma di una prassi e giurisprudenza al servizio dell'Ordine cioè del disordine costituito e non della legge.

afferma che questa situazione di assenza di regole e di diritto è il fulcro della crisi italiana, politica, istituzionale ed economica. E' rispetto ad essa che occorre cresca nel paese un'alternativa liberale, libertaria e liberista capace di rovesciare il blocco di potere che più che mai continua a dominare l'Italia. A questo obiettivo è finalizzato l'impegno politico del movimento che chiama ad incontrarsi su di esso coloro che ne avvertono l'urgenza.

In questa prospettiva, Il Consiglio Generale

chiama i nonviolenti solennemente alle armi della resistenza nonviolenta contro poteri dello Stato che si sono collocati fuori e contro la legalità costituzionale, e richiama coloro che non sono di scelta e di cultura nonviolenta a non restare disarmati dinanzi al nemico che occupa il diritto, lo Stato, le coscienze, il territorio;

impegna il Movimento:

1) ad assicurare ogni possibile azione per la reintegrazione del diritto, contro ogni prevaricazioni attuate ai danni del diritto di voto referendario, anche con il ricorso alle sedi giurisdizionali internazionali suggerito autorevolmente anche dall'ex presidente della Corte Vincenzo Caianiello.

2) a fare dei referendum che giungeranno al voto nella prossima primavera (quali che siano conquistati o consentiti) un momento di straordinaria mobilitazione e di lotta politica per la Riforma liberale, liberista ed antipartitocratica.

3) a proporre ai cittadini un contratto, impegnando il Movimento ad organizzare:

un nuovo referendum per l'abrogazione del finanziamento pubblico dei partiti da tenersi entro la primavera del prossimo anno;

un nuovo referendum per ogni referendum proibito arbitrariamente dalla Corte Costituzionale, sia esso elettorale, sulla giustizia, sui temi economici e sociali, libertari;

altri referendum fino a concorrenza di un totale di venti, inserendo quelli per l'abrogazione delle leggi salvaladri in corso di approvazione e altri, da concordare anche con imprenditori, commercianti, artigiani, lavoratori e consumatori interessati a battaglie di libertà civili ed economiche.

Tale contratto entrerà in vigore solamente se e non appena verranno raccolti 10 miliardi di autofinanziamento da organizzazioni e persone private (e comunque entro il 10 marzo). Questa cifra rappresenta infatti la misura e il riscontro necessario per il rilancio di una campagna referendaria non puramente velleitaria ma armata del sostegno concreto, popolare e politico di forze sociali, civili ed economiche disposte ad investire denaro ed iniziativa, tempo ed attenzione per assicurarne il successo.

 
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