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Segreteria Rinascimento - 29 gennaio 1997
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI E AI MINISTRI DEL TESORO E DEL BILANCIO E DELLA PROGRAMMAZIONE ECONOMICA E DELL'INTERNO E PER IL COORDINAMENTO DELLA PROTEZIONE CIVILE

Premesso che:

il Tesoro è azionista del Banco di Sicilia spa insieme alla regione siciliana e alla Fondazione Banco di Sicilia;

l'attuale consiglio di amministrazione del suddetto istituto è scaduto e si trova in un'anomala posizione di prorogatio a seguito della richiesta del Tesoro ispirata dalla Banca d'Italia e avanzata formalmente in sede di assemblea degli azionisti di soprassedere al rinnovo delle cariche;

l'attuale gestione del Banco di Sicilia S affidata ad un organo monocratico condizionato;

è vacante da oltre un anno e mezzo la carica di amministratore delegato sostitutiva della precedente figura dei due vice direttori generali e ciò dopo le dimissioni del ragionier Trombi per la gestione del portafoglio titoli che, sembra, abbia arrecato alcune centinaia di miliardi di perdite alla banca siciliana;

sorprendentemente il predetto, nonostante le dimissioni dalla carica di amministratore delegato, siede ancora al Banco di Sicilia quale consigliere di amministrazione, mentre l'altro consigliere ha lasciato la banca;

lo stesso direttore generale era stato originariamente assunto al Banco di Sicilia quale condirettore generale con compiti limitati ai settori della ragioneria e del contenzioso e solo successivamente alle dimissioni del direttore generale si è trovato a svolgere dapprima le funzioni vicarie e poi a sostituirlo con pienezza dei poteri;

nei primi anni di gestione del rinnovato consiglio di amministrazione voluto dalla Banca d'Italia sarebbero stati assunti numerosi consulenti esterni della cui opera tutt'ora, non pare esserci visibile traccia;

alle aree critiche della banca (personale organizzazione sistemi informatici finanza) sono preposti dirigenti non siciliani assunti nell'ambito di conoscenze dirette o di affiliazione dei componenti del consiglio di amministrazione, alcuni dei quali ormai superano da lungo tempo quali "consulenti esterni a contratto" e quindi senza vincolo di responsabilità nei confronti degli azionisti;

la responsabilità dell'area commerciale, e cioè del fulcro decisionale dell'attività di intermediazione creditizia della banca, sarebbe da molti mesi intestata allo stesso direttore generale che se ne occuperebbe direttamente e personalmente partecipando a vario titolo ai consigli di amministrazione di molte società del gruppo Banco di Sicilia;

dopo il triennio dal suo insediamento, l'attuale consiglio di amministrazione non ha ancora varato un piano strategico di lunga durata, mentre restano ancora irrisolti alcuni dei nodi centrali quali la vendita di alcune partecipate (SGAS Società grandi alberghi siciliani, Banca del Sud) che hanno determinato l'intervento della Banca d'Italia e la rapida fuoriuscita del precedente consiglio di amministrazione;

sul finire dell'anno, essendo evidentemente a conoscenza dei risultati della banca per il 1996 (dati preventivi), di un piano strategico di rilancio dell'istituto, e soprattutto della sua pianta organica e funzionale, è stato varato dal consiglio di amministrazione un piano di promozioni del personale che ha riguardato oltre 160 persone;

nel corso dell'intera gestione dell'attuale consiglio di amministrazione e dell'attuale direttore generale la Banca d'Italia, pur considerando la situazione di particolare precarietà della banca siciliana, non ha mai effettuato un'ispezione, anche in presenza di esplicita richiesta di una parte dell'azionariato;

la drammatica esperienza del Banco di Napoli insegna che è necessario avere e dare certezze ai risparmiatori e al sistema e che l'esperienza passata della stessa banca insegna che la presenza del rappresentante della vigilanza nel corso delle sedute del consiglio di amministrazione non è sinonimo di corretta gestione sotto l'aspetto tanto formale che sostanziale;

gli imprenditori della Sicilia lamentano poca disponibilità agli impieghi da parte del Banco di Sicilia che richiede tassi elevatissimi ed esorbitanti garanzie reali e personali a fronte dei mutui concessi o da concedere;

il Tesoro ha gi effettuato interventi di capitalizzazione a favore del Banco di Sicilia per centinaia di miliardi ed altri si appresta ad effettuarne senza tuttavia avere garanzie che tali fondi vengano messi a disposizione del sistema imprenditoriale siciliano.

Per sapere:

la stima dei risultati economici del Banco di Sicilia spa previsti per l'esercizio 1996 (risultato lordo di gestione e utili), con l'evoluzione della raccolta (distinta tra diretta e indiretta), degli impieghi e delle sofferenze;

la qualità degli impieghi costituiti nonché il numero di quelli in eccedenza e l'evoluzione dei rapporti in contenzioso;

il rapporto fra raccolta e impieghi e la forbice dei tassi medi d'istituto praticati alla clientela distinti per fasce di affidamento;

quanta parte della raccolta sia prodotta dalle filiali continentali e quanta dalle filiali insulari;

quanta parte degli impieghi sia realizzata dalle filiali continentali e quanta dalle filiali insulari;

la redditività delle filiali estere;

la redditività delle filiali continentali;

l'evoluzione delle procedure giudiziarie promosse dal personale in servizio e in quiescenza contro il Banco di Sicilia;

quante siano state perdute, anche in primo grado, e a quanto ammontino i costi che si sono dovuti sostenere;

quanti siano stati i dipendenti promossi nella tornata di fine anno che operano nelle filiali continentali, quanti quelli che operano nelle filiali insulari e quelli che operano nella direzione generale;

se corrisponda al vero che sono stati promossi al massimo grado della categoria funzionari collaboratori diretti dei vertici dell'istituto;

gli emolumenti complessivi, a qualunque titolo percepiti (comprese le indennità di trasferta e i rimborsi spese) dal presidente, dai componenti del consiglio di amministrazione e dal collegio sindacale, dal direttore generale nonché dai dirigenti;

quali iniziative si intenda assumere allo scopo anche di sollecitare una doverosa attività ispettiva da parte dell'organo della vigilanza sui fatti in premessa anche per assicurare i risparmiatori e gli operatori del settore del credito che il Banco di Sicilia non persegue interessi personali e/o illegittimi;

se corrisponda a verità che, in violazione dell'articolo 136 della legge bancaria, siano state fornite, o lo siano tutt'ora, consulenza a pagamento allo stesso Banco di Sicilia da parte di amministratori dello stesso, direttamente o per il tramite di propri collaboratori e/o soci di studi professionali privati.

PIETRO MILIO

ROMA, 29 GENNAIO 1997

 
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