Roma, 5 febbraio 1997
Dichiarazione di Benedetto Della Vedova, segretario nazionale del Movimento dei club PannellaRiformatori:
"Non scherziamo, quella preannunciata ieri per la società che uscirà dalla fusione Stet/Telecom non è una 'privatizzazione'. Tra Antitrust, Authority, scelta del nocciolo duro, limiti al possesso azionario e, dulcis in fundo, golden share (magari pesante come la vuole Bertinotti), al pi- potremo parlare di affidamento a 'fiduciari' della gestione del colosso pubblico delle telecomunicazioni, di cui non si vuole nemmeno mettere in discussione l'unitarietà. E sempre sotto la tutela dei consiglieri di amministrazione nominati dal Tesoro grazie alla Golden Share.
Questa operazione non ha nulla a che vedere con la fuoriuscita dello Stato dall'economia e l'affidamento al mercato ed alla concorrenza di un settore vitale come quello delle Telecomunicazioni: si tratta semplicemente di una abile operazione di 'pubblicizzazione di risparmio privato' e di sostanziale estensione del potere statale nell'economia.
In questo contesto la Stet continuerà ad essere gestita con strategie inquinate dagli interessi politici, ad operare per rallentare o depotenziare la svolta liberalizzatrice nel settore imposta da Bruxelles, ad accumulare ritardi nelle alleanze che la porteranno ad un ruolo sempre più marginale nel mercato globale delle TLC, con grave danno per tutti gli utenti italiani.
A questo punto la vittoria del SI' al referendum per la abrogazione della Golden Share all'italiana è l'unica barriera contro il trasformismo statalista dell'Ulivo e l'unica garanzia per gli utenti di avere mercati realmente concorrenziali nelle telecomunicazioni e negli altri servizi pubblici per cui S prevista la 'privatizzazione'".