COMUNICATO STAMPA
REFERENDUM: DEPOSITATE ALLA CAMERA ED AL SENATO DUE MOZIONI SOTTOSCRITTE COMPLESSIVAMENTE, NELLA SOLA GIORNATA DI OGGI, DA OLTRE 80 PARLAMENTARI, CHE CHIEDONO AL GOVERNO DI ANTICIPARE LA DATA DEL VOTO.
FRA GLI ALTRI, BOATO, TURRONI E CENTO (VERDI), COLLETTI, VERTONE, FRATTINI, MARTINO, TARADASH, SAVELLI E SCOGNAMIGLIO (FI), GASPARRI E MACERATINI (AN), SANZA (CDU), DE BENEDETTI (SIN.DEM)
DICHIARAZIONE DI PAOLO VIGEVANO, SEGRETARIO NAZIONALE DEL MOVIMENTO DEI CLUB PANNELLA RIFORMATORI
<>Questo pomeriggio sono state depositate alla Camera ed al Senato due proposte di mozione, che chiedono al Governo di anticipare in una domenica compresa nella seconda metà di maggio la data di voto sui referendum.
Il Governo, infatti, il 14 marzo scorso, ha "precipitosamente" fissato la data del voto dei referendum per il 15 giugno: la consultazione, però, non può essere formalmente indetta prima del 70 giorno antecedente quello del voto (dunque, in questa ipotesi, il 6 aprile), e dunque esistono ancora i termini per anticipare la data di votazione alla seconda metà di maggio.
Siamo convinti che il Governo è tenuto a consentire e secondare, e non già ad impedire, la possibilità di partecipazione al voto di tutti i cittadini, e che, fissando una data di convocazione successiva al termine dell'anno scolastico ed all'inizio della vacanze, compromette "oggettivamente", e deliberatamente, l'esito della consultazione ed il raggiungimento del quorum del 50% pi- uno degli aventi diritto.
In Italia infatti (fonte ENIT) gli italiani che fanno le vacanze nel mese di giugno sono pari al 6/7%, e nei week end di giugno sono in vacanza (cioè lontani dal luogo di residenza e di voto) un numero di italiani che varia dai 12 ai 18 milioni.
Valutando che fra questi vi siano, mediamente, 13 milioni di elettori, è evidente che il Governo ha convocato i referendum per una data in cui risulta impossibile votare ad almeno un quarto dell'elettorato.
E' quindi urgente che il Parlamento risponda al pi- presto a questo atto di "ostruzionismo" istituzionale antireferendario di incredibile evidenza.