CLUB PANNELLA A BERLANDA, GOLDEN SHARE INUTILE E CONTROPRODUCENTE
Dichiarazione di Benedetto Della Vedova, coordinatore del referendum per l'abolizione della golden share.
Le affermazioni del presidente della Consob Berlanda circa la "necessità" della golden share nel processo di privatizzazione, "purchè ben definita nei poteri e limitata nel tempo", sono contraddittorie ed astratte.
Contraddittorie perché negano nei termini il concetto stesso di privatizzazione, cioè di cessione al mercato non solo delle aziende pubbliche ma anche della loro gestione: in un quadro caratterizzato da una serie pletorica e pleonastica di "garanzie" dell'interesse generale (Antitrust, Authority, limite al possesso azionario etc.) e di quello specifico degli utenti (garantiti dal principio dell'accesso universale al servizio e della difesa del consumatore) sancito dalla normativa Comunitaria, la golden share rappresenta solamente un presidio del potere dei partiti nell'economia in via di privatizzazione.
Astratte perché sembrano non tenere in alcuna considerazione che la normativa italiana sulla golden share, non è né definita nei poteri (enormi) né nella durata temporale: i casi di Eni e Stet, salvo in quest'ultimo caso l'ipocrisia di un termine di tre anni comunque vincolato ad una decisione del Governo, stanno a dimostrarlo.
A maggior ragione, quindi, il referendum per l'abolizione della legge sulla golden share all'italiana rappresenterà un momento di chiarezza e di rimozione delle contraddizioni. Insomma, un referendum in cui gli italiani potranno scegliere una via decisa ed antipartitocratica alle privatizzazioni da contrapporre a quella attuale, gattopardesca ed inconcludente.