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Partito Radicale Rinascimento - 8 aprile 1997
REFERENDUM: COMITATI PROMOTORI "NO AL RINVIO, SI' 1 GIUGNO"

Roma, 8 aprile 1997

I Comitati promotori dei referendum riformatori - Carriere dei Magistrati, Ordine dei Giornalisti, Golden Share, Incarichi extragiudiziari dei magistrati, Caccia, Obiezione di Coscienza - sono contrari al rinvio in autunno della data del voto e chiedono al Governo l'anticipo al 15 giugno.

E' questo il senso della risposta inviata oggi dai professori Beniamino Caravita e Giovanni Motzo al Presidente del Consiglio Romano Prodi che aveva interpellato i Comitati in merito all'approvazione al Senato dell'ordine del giorno (presentato da Giulio Andreotti) che prevedeva un rinvio di alcuni mesi rispetto alla data fissata dal Governo al 15 giugno. I professori ribadiscono innanzitutto - a nome dei Comitati - di "ritenere inopportuna, irragionevole ed illegittima la proposta di tenere i referendum il 15 giugno. E' improprio subordinare lo svolgimento dei referendum, che coinvolgono la totalitß degli elettori, ad elezioni amministrative parziali che riguardano meno di dieci milioni di elettori. In ogni caso la discrezionalitß del Governo nel fissare la data, non pu essere esercitata ad esclusivo scapito del voto referendario al fine di lasciare al Parlamento tutto il tempo utile per evitare lo svolgimento dei referendum". Motzo e Caravita ricordano che "la struttura delle vacanze degli italiani pro

fondamente mutata (il 6/7 per cento degli elettori a giugno sicuramente in vacanza)" e che per i referendum si vota solamente nella giornata di domenica. "N i promotori - continuano i professori - possono accettare l'indicazione del rinvio all'autunno, non ritenendo essere in alcun modo nella loro disponibilitß di posporre la data di convocazione dei comizi referendari".

Non vale, ad avviso di Motzo e Caravita, il precedente del 1987 quando si derog alla legge al fine di far tenere in autunno i referendum (in quell'occasione si trattava di anticipare i referendum che altrimenti si sarebbero tenuti l'anno successivo a causa dello scioglimento anticipato delle Camere). "Lø si operava un favore per l'istituto referendario; qui invece si darebbe luogo ad una incostituzionale penalizzazione dell'esercizio di un diritto costituzionalmente garantito".

Per questo, concludendo, Motzo e Caravita ribadiscono a Prodi "la richiesta di convocazione dei comizi per domenica 15 giugno quale ultima data utile che ancora permetterebbe un ragionevole bilanciamento delle prerogative del Governo e degli interessi di una maggioranza parlamentare con l'espressione della volontß popolare attraverso il referendum".

 
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