ORA CONFINDUSTRIA INVOCA D'ALEMA FOSSA: "ASSUMA PIU'RESPONSABILITA
In un'intervista Troncheetti Provera, presidente della Pirelli, aveva detto che la Quercia deve guidare il governo.
Nuovo round dello scontro con Prodi: per gli industriali il segretario Pds sarebbe il più idoneo a resistere a Rifondazione, Abete: "Non tocca a noi indicare formule di governo". Cofferati: "rischiate di diventare una sorta di partito politico".
Piacenza. E adesso la Confindustria tifa per il Pds e per D'Alema. Anzi, i maggiori esponenti dell' imprenditoria italiana sembrano fare addirittura a gara nel rivendicare una sorta di "il l'avevo detto prima" che bisognava puntare sulla Quercia. Marco Tronchetti Provera, presidente della Pirelli e in forte ascesa nel Gotha degli industriali italiani , dà una intervista per dire che di fronte a un quadro politico deteriorato e ad una maggioranza paralizzata dai condizionamenti di Rifondazione comunista, 2il partito di maggioranza relativa deve assumersi la responsabilità di guidare il governo".
Neanche il tempo di leggere queste dichiarazione rilasciate a Mario Pirani per "Repubblica", che Giorgio Fossa rilancia da Piacenza dove è un corso un convegno di Confindustria: "Io l'ho detto mesi fa che il segretario del Pds, in quanto segretario del partito che è azionista di maggioranza di questo governo deve avere più coraggio e assumersi le proprie responsabilità".
Dunque, Massimo D'Alema presidente del Consiglio con la benedizione degli industriali italiani? Questo non lo dice Tronchetti Provera e non lo dice nemmeno Fossa. "non sta al presidente di confindustria stabilire chi va a Palazzo Chigi" si affretta a spiegare ai giornalisti che insistono per avere chiarimenti sulla posizione espressa.
D'Alema al posto di Romano Prodi? "Questo non l'ho detto e non lo dirò mai, non tocca a me decidere" replica ancora Fossa, che tiene anche a precisare: "I governi noi li giudichiamo dai fatti, dalle scelte che compino. Sarebbe così anche per un governo presieduto da D'Alema".
Inutile però nascondere che il clima tra gli industriali e il presidente del Consiglio in carica è quasi da resa dei conti finale. La manifestazione di giovedì ( virtuale solo perché ha fatto uso degli scherni televisivi) è solo l'ultimo episodio di una lunga serie che ha visto Confindustria contrapposta frontalmente a Romano Prodi.
Basta riandare al sette dicembre scorso, a quando Giorgio Fossa lanciò un vero e proprio ultimatum: "Se il governo non cambierà rotta sarà il Paese a spazzarlo via". E ieri il presidente di Confindustria ha ripetuto le dure parole di critica e insoddisfazione per la politica economica dell'esecutivo che "vuol salvare lo Stato sociale esistente scaricandone i costi sulle imprese" che così sono spinte fuori mercato rispetto alla concorrenza internazionale.
L'analisi degli industriali è chiara ed ancor più esplicita la conseguenza che ne fanno derivare. Questo governo è succube dei ricatti di Rifondazione Comunista, Prodi si è dimostrato incapace di resistere ai condizionamenti di Fausto Bertinotti e dunque ci vuole qualcuno di più energico.
E' questo qualcuno non può che essere, in questo momento, il segretario della Quercia. Ma se non può decidere che Massimo D'Alema sostituisca Romano Prodi a Palazzo Chigi, Fossa può ben rivendicare che "il Pds sia più forte a segnare la strada di questo governo, sinora deviata da Rifondazione e Bertinotti".
Insomma si tratta di "riequilibrare al centro" l'azione di un esecutivo troppo sbilanciato sull'estrema sinistra e disponibile ad accettare i "diktat di Fausto Bertinotti".
I distinguo non mancano peraltro anche nei confronti del segretario della Quercia. Il D'Alema che Confindustria e Fossa vorrebbero vedere più impegnato a "dare la linea" all'esecutivo è quello sentito al congresso del Pds e non già quello che è sceso in piazza a fianco di Cofferati nella manifestazione per il lavoro.
"D'Alema -afferma Fossa ha fatto dichiarazioni importanti al congresso del suo partito, salvo poi fare una repentina marcia indietro. Io spero che riparta da quelle posizioni coraggiose e si assuma finalmente la sue responsabilità" per mettere fine alle "continue mediazioni al ribasso operate da un governo che non ha una maggioranza omogenea".
Con tutto questo però Fossa, respinge l'accusa che da più parti è stata rivolta a Confindustria di volere assumere un ruolo politico diretto.
Anche il segretario della Cgil Sergio Cofferati, pure lui a Piacenza, ha manifestato preoccupazione di fronte al "rischio che per alcuni toni usati alla manifestazione di giovedì , la Confindustria finisca per trasformarsi in una sorta di partito politico occulto, assumendo nel confronto con gli interlocutori posizioni in parte preconcette".
E da Rimini l'ex presidente della Confindustria Luigi Abete sembra prendere le distanze dall'interventismo del suo
successore: "Non è compito di Confindustria indicare quali debbano essere le formule di governo".
Walter Dondi