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Segreteria Rinascimento - 17 aprile 1997
Da "Il Sole 24 Ore" del 17 aprile 1997 - pag. 24

GIORNALISTI, LA RIFORMA PASSA ATTRAVERSO LAUREA E SCUOLE

Di J.M.D.

ROMA La lunga marcia per evitare il referendum sull'Ordine dei giornalisti è partita: la commissione Affari costituzionali del Senato ha avviato l'esame congiunto dei progetti di legge che sono stati presentati a Palazzo Madama attraverso la formazione di un comitato ristretto. Ieri, il relatore Stefano Passigli (Sd) ha tenuto la relazione alla commissione; oggi, invece, inizierà il lavoro sui testi. La settimana prossima i lavori del Senato saranno fermi: è probabile, quindi, che il lavoro "concreto" inizi dopo le elezioni amministrative. L'avvio dovrebbe servire a far "maturare" il problema e a creare le condizioni per un testo unificato che raccolga le indicazioni provenienti dai progetti sul tavolo dei senatori. I1 clima sembra favorevole all'approvazione di un testo di legge che consenta di evitare il referendum. Resta la necessità di procedere coordinando l'attività con la Camera dei deputati, dove sono stati depositati altri progetti di legge, per preparare un percorso che eviti al testo unificato ch

e verrà esaminato in Senato di trovare a Montecitorio ostacoli insormontabili. Dall'esame dei pdl emergono linee direttive comuni e differenze significative. I1 primo disegno di legge, quello Bedin (Ppi)Duva (Gruppo misto), prevede un albo suddiviso in due elenchi: uno per i professionisti, che hanno l'esclusiva professionale, e uno per i pubblicisti che, invece, devono necessariamente esercitare un'altra occupazione. Nulla cambia per i requisiti di iscrizione all'elenco dei pubblicisti mentre è molto innovativa la normativa per i professionisti. "Salta", infatti, il praticantato: sono ammessi esclusivamente i requisiti della laurea in giornalismo o di un'altra laurea seguita dalla frequenza per due anni di una scuola di giornalismo riconosciuta dall'Ordine oltre che il superamento dell'esame di stato. I1 progetto individua, poi, una serie di vincoli etici per chi esercita attività giornalistica e descrive composizione, modalità e durata in carica dei consigli regionali e di quello nazionale. La competenza d

isciplinare viene affidata al consiglio regionale che può agire d'ufficio o su richiesta del procuratore generale competente. Una norma transitoria di grande rilievo, infine, consente di sostenere l'esame di Stato per diventare professionisti ai pubblicisti che negli ultimi anni hanno lavorato a tempo pieno per testate giornalistiche e radiotelevisive senza essere stati assunti come praticanti. A questa proposta, tra febbraio e marzo, al Senato se ne sono aggiunte altre. I1 progetto di An, primo firmatario Vito Cusimano, individua nell'esclusività la caratteristica del lavoro del professionista. L'iscrizione all'elenco professionisti è subordinato alla laurea in giornalismo o alla frequenza di una scuola di giornalismo riconosciuta dall'Ordine per due anni dopo la laurea. Molto più snello, invece, il testo proposto da Gian Guido Folloni (Cdu). Anche qui requisiti per l'iscrizione sono laurea in giornalismo o frequenza di una scuola riconosciuta dallo Stato dopo un'altra laurea e conseguente superamento dell'

esame di Stato. I1 progetto prevede, però, l'abolizione definitiva del praticantato che resta, invece come "conseguenza" della frequenza di scuole e università nei progetti Bedin e Cusimano. Al consiglio nazionale vengono, inoltre, delegate la stesura del codice deontologico, il potere di attivare procedimenti disciplinari e di infliggere sanzioni. I1 progetto di Carla Mazzuca (Gruppo misto), secondo cui una riforma è utile, se si pensa che anche in Europa ci si muove su questa linea di organizzazione professionale", si propone di ridisegnare le prerogative dell'Ordine. Da qui l'individuazione analitica di diritti e doveri del giornalista, e la previsione di un Giurì arbitrale per la correttezza dell'informazione, presso il Consiglio nazionale dell'ordine, cui possono rivolgersi i soggetti che si ritengono danneggiati. Anche qui laurea in giornalismo o frequenza di corsi di perfezionamento postlaurea costituiscono la via d'entrata alla professione. Resta in alternativa un praticantato "lungo" di 36 mesi.

 
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