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Segreteria Rinascimento - 17 aprile 1997
Da "La Repubblica" del 17 aprile 1997 - pag. 31

CUCCIA A FIANCO DI ROMITI L'INDUSTRIA SFIDA I GIUDICI

Solidarietà al presidente Fiat condannato, 45 imprenditori scrivono al "Sole"; una lettera chiede l'abolizione del falso in bilancio.

ROMA E' una tra 45 firme, ma sottolinea l'eccezionalità dell'evento e la decisione con cui l'industria vuole sfidare la classe politica e i giudici. Enrico Cuccia quasi mai ha preso pubblicamente posizione, stavolta lo ha fatto per solidarietà con Cesare Romiti condannato per i fondi neri Fiat insieme con Francesco Paolo Mattioli a un anno e sei mesi, ma anche per dire che è ora di mettere mano alla depenalizzazione del falso in bilancio. Di Cuccia si ricorda solo una battuta privata sull'argomento( "In vita mia non ho mai visto un bilancio che non fosse falso") ma fin qui si era astenuto dall'occuparsi dell'"uscita da Tangentopoli". Stavolta no: ha deciso di scendere in campo e ha mobilitato tutti i "suoi compresi tre ex presidenti di Confindustria. Anzi, si sussurra che proprio il presidente onorario di Mediobanca abbia fortemente voluto questo manifesto che è sì di sostegno a Romiti ma è anche una richiesta fortissima per quanto implicita ai giudici di "lasciar lavorare in pace" l'industria. Tutto questo

è scritto in una lettera aperta che stesa dai vertici di Mediobanca è stata fatta circolare per ricevere adesioni arrivate a pioggia da imprenditori e banchieri della galassia del Nord ma non solo, e inviata al Sole 24 Ore (il quotidiano della Confindustria la pubblica stamane). E questa let

tera è destinata ad aprire un dibattito, o forse uno scontro, tra capitalismo italiano, partiti e magistrati. Non è un caso che cada nel momento in cui più aspro e alto è il dibattito sulla giustizia in Italia e nel momento in cui in Parlamento il Polo ha

riproposto la depenelazziazione del falso in bilancio connesso al pagamento di tangenti. Il tema è posto senza mezzi termini proprio dalla lettera al Sole . Eccone il testo: "I sottoscritti che sanno 1' impegno personale, la dirittura morale e

1'ortodossia di comportamento che hanno sempre caratterizzato 1'attivita' di Cesare Romiti, vogliono, in questa occasione, esprimergli tutta la loro stima e la loro piena solidarietà, convinti che le sue doti personali e di carattere gli consentiranno di portare avanti il proprio lavoro dando a questo episodio il peso che esso effettivamente merita". La lettera continua: "Le decisioni del tribunale di Torino fanno prevedere un seguito certamente non breve all'iter giudiziario già da quattro anni in corso a carico di taluni tra i massimi esponenti del maggior gruppo industriale privato del nostro paese. Queste decisioni ripropongono per 1'ennesima volta il problema dei rapporti tra imprenditoria e politica, rapporti che sono tanto più inevitabili quanto maggiori sono le dimensioni delle imprese coinvolte e debbono essere esposti costantemente a scrutinio per accertarne 1'assoluta asetticità. In pari tempo prosegue la lettera non si possono perdere di vista le mutate dimensioni delle maggiori aziende e la com

plessità crescente delle strutture gestionali per cui in altri paesi cominciando dagli Stati Uniti vale il principio di escludere dal perimetro delle responsabilità operative i fatti che abbiano una rilevanza assolutamente marginale rispetto alle dimensioni dei conti delle imprese quasi a ripetere il vecchio adagio: De minimis non curat praetor. La magistratura italiana conclude la lettera ritiene opportuno di seguire criteri rigoristici, anche se essi possono portare a riflessi negativi, essi si' sproporzionati all'importanza dei fatti sulla vita delle imprese e sulla serenità della loro conduzione". Seguono le 45 firme: Piero Antinori, Tito Bastianello, Ugo Beretta, Antoine Bernheim, Roberto Bertazzoni, Enrico Bondi, Silvano Boroli, Mario Carraro, Giancarlo Cerutti, Francesco Cingano, Paolo Clerici, Giuseppe Codrino, Gaetano Cortesi, Umberto Cravetto, Enrico Cuccia, Antonio D'Amico, Diego Della Valle, Ennio Doris, Alberto Flonari, Peppino Fumagalli, Roberto Gavazzi, Giuseppe Gazzoni, Gianfranco Guttj,

Luigi Lucchini, Achille Maramotti, Vincenzo Maranghi, Filippo Marazzi, Alfio Marchini, Vittorio Merloni Majani Mezzadri, Romano Minozzi, Leonardo Mondadori, Letizia Moratti, Giannola Nonino, Umberto Nordio, Sergio Orlandi, Alberto Pecci, Sergio Pininfarina, Antonio Ratti, Marida Recchi, Walter Ricchetti, Andrea Riffeser Monti, Lucio Rondelli, Giammario Rossignolo, Gianfranco Zoppas.

 
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