PANNELA: MA SARANNO PAROLE INUTILI
Il leader dei riformatori
MILANO - Per Marco Pannella la questione sull'aborto è una lotta che non si è mai chiusa. La Corte Costituzionale, come è noto, ha di recente giudicato inammissibile il referendum proposto dai Club Pannella in cui si chiedeva di consentire anche alle strutture private di praticare l'aborto e di eliminare il consenso del medico per le interruzioni nei primi novanta giorni di gestazione. Ma Pannella non si arrende: "Torneremo presto a raccogliere le firme. In base ad un presupposto: se non c'è pressione del referendum, in Parlamento non si troveranno mai d'accordo". Ma l'invito a fare una verifica e una riflessione può essere un'occasione? "Personalmente mi fa piacere che si proponga di riconfrontarsi sulla 194. Ma è chiaro che l'invito di Marida Bolognesi avrà un unico risultato: che tutti insieme si faranno un bel dibattito, rinfocolando il confronto ideologico, che noi volevamo evitare. Questo mentre tutte le donne, da Livia Turco in avanti, negli ultimi due anni, hanno contribuito a non far sapere che si
raccoglievano le firme sull'aborto". Ma, come detto, Pannella e i suoi Club torneranno alla carica. "Anche questa volta, probabilmente - spiega Pannella, i nostri avversari diranno che noi volevamo togliere la gratuità del servizio per venderlo al capitalismo privato. Noi continueremo a ripetere che è vergognoso che l'aborto si faccia solo nelle sedi pubbliche. E che ci sia quella cosa infame dell'aborto di Stato, con medici che devono diventare pubblici ufficiali e talvolta economisti valutando le condizioni finanziarie delle famiglie. Noi come sempre siamo per al volontà della donna".