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Segreteria Rinascimento - 22 aprile 1997
Da "LA STAMPA "del 22 aprile 1997, pag. 17

BRUXELLES, BATTAGLIA SULL'EURO

De Silguy fa sconti (3,1%) ma ci boccia

L'Italia chiede alla commissione parità di giudizio per Bonn e Parigi

In attesa del responso della Commissione europea sulle chances dell'Italia di aderire da subito all'Unione monetaria, la lira ieri ha ballato. Dopo la chiusura di venerdì (987 su marco), la nostra moneta è arrivata a 989 all'apertura di ieri, per poi scivolare a 991, e scivolare poi a quota 995 nonostante il dato dell'inflazione. Come andrà? Il commissario europeo YvesThibault de Silguy sembrerebbe disposto ad abbassare la previsione di deficit per l'Italia al 3,1%. Un successo? No, dice una fonte italiana alla Commissione europea, significherebbe anzi "dichiarare di essere arrivati al mercato delle vacche. Una soluzione simile distruggerebbe la credibilità dell'istituzione". Ieri pomeriggio i capi di gabinetto dei venti membri della Commissione si sono incontrati ancora una volta per cercare di superare lo scoglio italiano. Qualcosa è stato ottenuto, ma come ha detto da Roma la commissaria Emma Bonino, "c'è una battaglia in corso", e l'esito finale lo si vedrà solo domani, quando la Commissione europea appr

overà e presenterà pubblicamente tre importanti documenti: le "previsioni economiche di primavera", le "linee guida di politica economica" e la valutazione sui deficit eccessivi. De Silguy non ha ancora presentato ai colleghi le cifre che dovrebbero fotografare lo stato dell'economia dei Quindici nel '97. Ma le fughe dl notizie sono state come sempre massicce: il segreto non è nelle tradizioni della Commissione europea. Secondo le indiscrezioni, dunque, solo Italia e Grecia non raggiungerebbero a fine anno l'obiettivo del 3% di deficit. I1 nostro Paese, in particolare, si fermerebbe al 3,2%, con uno sforamento previsto di circa 4000 miliardi. I1 problema è che il Fondo monetario prevede un deficit del 3,3% sia per l'Italia che per Francia e Germania. E gli stessi istituti di ricerca incaricati dal governo di Bonn di analizzare l'economia tedesca in un rapporto che sarà pubblicato oggi inchioderanno il deficit germanico al 3,2%. I1 problema, dunque, è politico. Nelle "Linee guida di politica economica" de Sil

guy aveva indicato i cinque Paesi che già nel '96 hanno rispettato il limite del 3% (Danimarca, Irlanda, Lussemburgo, Olanda e Finlandia". Poi aveva elencato gli otto Paesi in cui "ci si aspetta che il deficit raggiunga il 3% o meno nel 1997". Infine puntato l'indice contro i cattivi: Italia e Grecia. Dopo la riunione di ieri, però, questa evidente discriminazione è sparita. Dopo i cinque Paesi "virtuosi" e la Grecia, gli altri vengono elencati in ordine alfabetico. Ma resta un fatto assai fastidioso: Francia, Germania, Spagna e Austria si vedono riconosciuta la previsione del 3% di deficit in base al "fermo impegno" dei rispettivi governi a "prendere tutte le misure necessarie per rispettare il valore di riferimento del 3%". Quanto all'Italia, che la manovrina non l'ha solo prevista, ma già varata, non le viene accordata la stessa fiducia. "Mercoledì discuteremo il documento ha detto la Bonino . Se il collega de Silguy ce lo darà, voglio vedere le motivazioni". De Silguy avrebbe già accettato di inserire n

ei suoi testi il riconoscimento per gli sforzi fatti dal governo italiano per ridurre il deficit. Ma è chiaro che, a questo punto, alla Bonino e a Monti non basta: va anche bene il 3,2% all'Italia, ma Francia e Germania vanno trattate con la stessa severità.

 
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