BRUXELLES MENO DURA CON L'ITALIA
Cambia il documento :"Vicini al 3% quest'anno ma non nel '98".
Incontro tra Monti, Bonino, Silguy e Santer
di Franco Papitto
BRUXELLES - E' cambiata la struttura del documento sui "Grandi orientamenti di politica economica" che la Commissione europea approverà oggi a Bruxelles. E l'Italia non fa più la figura di Cenerentola. Nella prima bozza presentata la settimana scorsa da YvesThibault De Silguy, il commissario agli affari monetari, i quindici paesi dell'Unione venivano divisi in tre gruppi: cinque particolarmente virtuosi (Danimarca, Irlanda, Lussemburgo Olanda, Finlandia) che hanno già ridotto il loro deficit al 3% del Pil nel 1996; un gruppone di otto con un po' di fiatone ma in vista del 3 per cento quest'anno (Belgio, Germania, Spagna, Francia, Austria, Portogallo Svezia, Gran Bretagna); infine Italia e Grecia, due paesi impegnati anch'essi nella corsa verso l'euro ma nettamente distanziati. Nella nuova bozza, la terza, resta il gruppo di testa, i cinque virtuosi ma gli altri dieci paesi sono elencati di seguito, addirittura in ordine alfabetico, e per ognuno sono specificati vizi e virtù. Non è, da parte di De Silguy, una
resa senza condizioni. Gli specialisti della prosa comunitaria notano che i paragrafi relativi ai membri dell'ex gruppone degli otto iniziano tutti con la stessa frase: "In, nome del paese, il deficit di bilancio dovrebbe ammontare al 3 per cento del Pil o meno nel 1997". E' come se il gruppo si fosse sciolto ma i suoi membri restassero legati da un solo filo conduttore. L'Italia viene trattata all'undicesimo paragrafo, dopo la Francia (France) e prima dell'Austria (Osterreich). Si dice, come nel la prima bozza: "E' vivamente consigliato alle autorità italiane di realizzare nella loro totalità il bilancio 1997 e le misure addizionali adottate nel marzo 1997". Ma si aggiunge: "allo scopo di raggiungere l'obiettivo del 3% del Pil fissato dal governo per il deficit di bilancio". La versione della settimana scorsa diceva invece: "al fine di ridurre il deficit rispetto al 1996". Non si citava il 3%, come se l'impegno del governo non esistesse e la meta fosse irraggiungibile. Poi la nuova bozza continua avvertend
o che "sulla base delle politiche attuali il deficit potrebbe aumentare di nuovo nel 1998, a causa dell'esaurimento degli effetti delle misure una tantum". E' questo che differenzia la posizione dell'Italia da quella degli altri paesi: i dubbi sul '98, non più sul l'anno in corso. Gli italiani della Commissione sono soddisfatti. La nuova bozza appare "più equilibrata", come avevano chiesto Monti e la signora Bonino. Ora la battaglia si sposta su un altro fronte: le previsioni congiunturali 1997 che saranno esaminate per la prima volta oggi. A tredici paesi verrebbe attribuito un deficit del 3 per cento, o inferiore, meno che all'Italia, che lo supererebbe di un decimale o poco più, e alla Grecia, largamente al di sopra. Ieri mattina Emma Bonino ha incontrato De Silguy per un "chiarimento", dopo le polemiche dei giorni scorsi. Ieri sera altro incontro: Monti e Bonino si sono visti con De Silguy e il presidente Santer. In particolare, la Bonino ha suggerito che la Commissione non avalli le cifre dedicando loro
un dibattito e una approvazione formale. Potrebbe limitarsi a prenderne atto, come di un lavoro tecnico della sua direzione generale per gli affari economici, lasciando a De Silguy il compito di comunicarle alla stampa con un suo comunicato personale, senza impegnare tutta la Commissione. La stessa soluzione era stata caldeggiata la settimana scorsa dal commissario spagnolo Marcelino Oreja e il servizio giuridico interno aveva fatto sapere che "la Commissione non è tenuta ad adottare formalmente le previsioni economiche". Dunque: si può. La soluzione BoninoOreja toglierebbe tutti dall'imbarazzo. Se ne parlerà stamattina. E' stato comunque già deciso di saltare la prossima tappa di questo esercizio di analisi della congiuntura, cioè la "revisione" che le "previsioni di primavera" subiscono in autunno. "Troppo rischioso per i mercati", si è concluso "ed anche inutile a pochi mesi dai consuntivi".