I DUE COMMISSARI DIVISI DALLA META
La Bonino avrebbe preferito più durezza nei confronti di Bruxelles, Monti meno proclami
Dietro le quinte della trattativa per addolcire le analisi della Commissione si sono scontrati stili e strategie diversi
BRUXELLES Questioni di stile. I due commissari italiani Mario Monti ed Emma Bonino hanno combattuto la stessa battaglia per cercare di addolcire la brutta pagella delle previsioni economiche dl Bruxelles. Ma nessuno dei due pare avere apprezzato l'apporto dell'alleato non richiesto. Anzi, Monti non ha gradito le proteste pubbliche e l'irruenza della Bonino che, sembra credere, hanno danneggiato la causa italiana. E sottolinea di "essere stato troppo impegnato a ottenere modifiche del documento per alimentare la stampa con indiscrezioni e dichiarazioni". La Bonino replica secca: "Ognuno ha i1 proprio senso dell'eleganza e della trasparenza", ma in realtà lascia intendere che avrebbe preferito un atteggiamento più duro da parte del professore.
Forse la vera storia di questa piccola guerra nella guerra bisognerebbe chiederla a Romano Prodi, che da Roma è rimasto continuamente in contatto con i due commissari. O al presidente Jacques Santer che martedì notte, nella difficile ricerca di un compromesso, è riuscito finalmente a far sedere Monti e la Bonino allo stesso tavolo. Ma probabilmente anche i testimoni diretti avrebbero poco da raccontare perchè a dividere i due commissari non sono tanto calcoli politici o divergenze ideologiche quanto differenze di stile e mentalità impalpabili ma lacerati quanto ognuno finisco poi per seguire la propria natura. Così, mentre Emma Bonino rilasciava comunicati e dichiarazioni per denunciare fughe di notizie, "intossicazioni dell'informazione" e accusare i servizi della Commissione di aver messo a punto un documento sbilanciato, Mario Monti lavorava in silenzio per cercare di modificare se non le cifre almeno le analisi delle previsione economiche. E mentre la Bonino si scontrava duramente con il francese de Sil
guy in una "spiegazione" privata piena di accuse feroci, Monti cercava di ricucire i rapporti già non facili con lo stesso de Silguy per convincerlo a venire a più miti consigli. Alla fine, chi ha vinto? Probabilmente tutti e due, visto che effettivamente i1 documento è stato modificato. De Silguy ha espresso pubblicamente il proprio ringraziamento per i1 "contributo costruttivo e intelligente" di Monti e privatamente la propria esasperazione per il comportamento aggressivo della Bonino. Ma, senza l'uno o senza l'altro, oggi l'Italia si troverebbe forse in una posizione ancora più difficile di quella attuale già scomoda.