Resterà direttore responsabile del quotidiano milanese: "Continuerò a fare i titoli e a controllare i testi".
Feltri babypensionato, ma non lascia il Giornale
di Fabrizio Rizzi
MILANO Vittorio Feltri va in pensione (malgrado abbia 53 anni), ma resta direttore responsabile del "Giornale". La notizia cade come una bomba nell'inquieto mondo editoriale, si tinge di giallo (in un primo momento, sembrava aver abbandonato il vertice del quotidiano da lui portato a 240 mila copie), ma poi si spegne in un lampo. E' una non notizia o quasi: "Non capisco tutta questa agitazione" si lamenta. E poi spiega: "Continuerò a fare i titoli, a controllare i testi e mi toglierò dalla routine: non dovrò più occuparmi di nominare i vicecapiservizio, delle altre promozioni, non dovrò più valutare se è meglio piazzare al secondo o al terzo piano l'ufficio dei redattori capo, eccetera, eccetera". Ed il direttore nominato per questo compito, è Gian Galeazzo Biazzi Vergani, già uomomacchina di Indro Montanelli, attuale presidente della Società europea di edizione, Spa. In una parola l'editore diventa direttore. Ma solo per la gestione. La linea politica resta nelle mani (e nella penna) di Vittorio Feltri sul
quale si sono agitati i fantasmi della fantaeditoria: è l'annuncio di un contrasto con l'azionista di maggioranza, Paolo Berlusconi; forse se ne andrà in un super gruppo che comprenderà la Mondadori; forse passerà al gruppo Monti di Riffeser. Voci destituite di ogni fondamento, precisa Vittorio Feltri. "Vorrei precisare che al "Giornale" sono anche amministratore. Che i miei rapporti con l'editore sono ottimi". E più tardi, ai microfoni di una radio, ha escluso eventuali dissapori con Paolo Berlusconi. "Questo ha detto rientra nel parto della fantasia giornalistica. Comunque non si può impedire a nessuno di fare della dietrologia, visto che è lo sport più seguito e forse più appassionante". Per mettere fine alla girandola di indiscrezioni, è intervenuto anche Silvio Berlusconi: "Di questa vicenda sono stato informato dallo stesso Feltri, anche se non era tenuto a farlo. Il motivo è di carattere previdenziale, esclusivamente". La scelta del pensionamento non va giù, però, al segretario della Fnsi, il sinda
cato dei giornalisti. Paolo Serventi Longhi ha affermato che Feltri "non può più fare il direttore responsabile del quotidiano perchè il contratto di lavoro giornalistico prevede un rapporto di lavoro a tempo indeterminato e importanti responsabilità che un pensionato certo non può svolgere". Feltri, che in passato ha duramente contestato la Fnsi, ha invece detto che si sarebbe volentieri dimesso anche dall'Ordine dall'lnpgi e dalla Casagit. "Solo che per fare il direttore responsabile non posso". Come mai, allora, la decisione di diventare pensionato? "Io lavoro da 14 anni ha esclamato. Ho fatto il garzone, il commesso, il vetrinista, perfino lo spedizioniere. E a 19 anni ho cominciato a scrivere sui giornali. E mi sono portato a casa due stipendi. Che fanno sempre bene per affrancarsi dal bisogno ed ottenere più libertà. Quando gli è stato chiesto se, a questo punto, ha l'intenzione di aprire un nuovo giornale, ha risposto: "Certo che mi piacerebbe fondarlo. Magari un quotidiano da 50 mila copie! E non di
co come sarà, altrimenti gli altri lo fanno prima". Quanto al successore politico è stato elusivo: "Nominare Belpietro (ex direttore del "Tempo", N.d.R.) è da escludere. Adesso sta scrivendo molti articoli...E la redazione, dopo aver appreso la notizia, si è riunita in assemblea.