LA CONFINDUSTRIA (CAUTA) AL FIANCO DEI RIFORMATORI
Se Bertinotti non ci sta Prodi è troppo debole per riformare lo stato sociale, la soluzione è già pronta. E' tutta nel pacchetto dei 48 referendum che Marco Pannella si prepara a lanciare una bomba sotto le fondamenta dello stato assistenziale italiano. Ieri mattina per cominciare, una delegazione dei Riformatori guidata dallo stesso Pannella (con Maria Giovanna Maglie e Stefano Palumbo), ha presentato in Cassazione 21 quesiti che si aggiungono a quello sul finanziamento pubblico dei partiti per il quale è già in corso la raccolta delle firme. Altre 26 proposte sono allo studio e potrebbero essere presentate nei prossimi giorni. Sempre che la campagna parta davvero. Già, perchè la vera novità, questa volta, è che i Riformatori sono disposti a non far partire affatto con questa stagione multi referendaria, a meno di non trovare adeguato sostegno prima di cominciare la raccolta delle firme. E proprio per trattare questo appoggio, ieri pomeriggio, quattro rappresentanti del movimento dei club Pannella (i segret
ari nazionali Paolo Vigevano, Sergio Stanzani, Rita Bernardini e Benedetto Della Vedova) si sono incontrati, nella sede del partito radicale in via di Torre Argentina, con una delegazione della Confindustria guidata dal direttore generale Innocenzo Cipolletta (e composta dal vicedirettore Rinaldo Fadda, da Giampaolo Galli e Paolo Mazzanti). Due ore di colloquio che sono servite ad entrare nel merito dei quesiti liberisti che i referendari si preparano a promuovere. Da almeno due settimane infatti, le linee telefoniche tra il partito radicale e viale dell'Astronomia sono bollenti. "Gli industriali spiega Benedetto Della Vedova constatano il sostanziale fallimento del patto per il lavoro e, anche per questo, dedicano attenzione alle nostre proposte. Certo, come ci avevano già spiegato in una lettera precedente all'incontro considerano quella referendaria una delle vie percorribili per arrivare ad una riforma del diritto del lavoro. Anche se non l'unica". Tra i referendum presentati ieri mattina in Cassazione
, infatti, ce ne sono alcuni particolarmente interessanti per gli industriali: almeno sei sulla liberalizzazione del mercato del lavoro, uno per l'abolizione immediata delle pensioni d'anzianità e uno per la possibilità di stipulare assicurazioni sanitarie private sostitutive del servizio sanitario nazionale. Alla fine della riunione con i radicali, Cipolletta ha confermato che "c'è un interesse da parte di Confindustria agli obiettivi di liberalizzazione del mercato del lavoro: si tratta di obiettivi che come Confindustria ci siamo posti negli ultimi anni e che hanno trovato resistenza molto forte nel Parlamento anche a fronte di precise direttive comunitarie". Certo, una dichiarazione del genere non basterà a Pannella per andare avanti con la campagna: quel che chiede il leader radicale è un concreto appoggio politico e finanziario, almeno un decimo del costo della campagna. Cipolletta, intervistato da Radio Radicale, non si è sbilanciato: "Quando si parla di percentuali bisogna conoscere il totale. Certo
se va avanti un movimento di referendum siamo interessati al fatto che questi referendum abbiano successo". Il 7 maggio, intanto, si riunirà il direttivo della Confindustria e la questione dell'appoggio alla campagna pannelliana verrà posta all'ordine del giorno. Solo dopo questa riunione si potrà conoscere l'intensità dell'impegno che gli industriali sono disposti a concedere all'operazione. Le premesse, in ogni caso, non sono negative. Si tratta della prima campagna referendaria nella quale Confindustria sembra intenzionata ad impegnarsi sin dall'inizio. Anche nel caso dei referendum elettorali di Segni, infatti, gli industriali si aggregarono solo a metà strada, quando il risultato sembrava a portata di mano. Intanto, però, il tempo stringe. Per far si che sui nuovi quesiti si voti nella primavera prossima, è necessario raccogliere le firme tra giugno e luglio: un'impresa non impossibile, ma certamente molto difficile.