CLUB PANNELLA: STOP ALL'ACCORDO ENIENEL, INTERVENGA BRUXELLESOggi la firma di Bernabè e Tatò
Prime reazioni politiche alle aniticipazioni sull'accordo che sarà firmato oggi tra Eni ed Enel per la formazione di una joint venture paritetica in campo elettrico (i dettagli sono stati anticipati ieri dal Corriere della Sera). Una voce contro è quella dei Club Pannella, che chiedono l'intervento del commissario europeo alla concorrenza Karel Van Miert, del presidente dell'Antitrust Giuliano Amato e del ministro del Tesoro Carlo Azeglio Ciampi.
"Lascia sconcertati - afferma Benedetto Della Vedova, segretario nazionale dei Club Pannella - l'annuncio di una mega jointventure: o ci sono o ci fanno. Come si può solo pensare all'aberrazione che le due società pubbliche dell'energia, di proprietà del Tesoro stipulino a partire dalla proprie posizioni di monopolio una santa alleanza per occupare quegli spazi che in futuro dovrebbero aprirsi grazie ai processi di liberalizzazione imposti da Bruxelles? Finita la festa, gabbato lo santo: archiviata l'ubriacante e parolaia celebrazione post mortem della rivoluzione thatcheriana, la politica italiana dell'era ulivista ci riporta alla dura realtà statalista ed antimercato del nostro sistema economico".
Secondo le anticipazioni, l'amministratore delegato dell'Eni, Franco Bernabè e quello dell'Enel, Franco Tatò, firmano oggi una lettera di intenti per la costituzione di una società mista paritetica che darà vita al secondo maggior produttore italiano di elettricità dopo lo stesso Enel. L'intesa dovrebbe portare alla costituzione di una società congiunta nella quale l'Eni avrà il 50% del capitale. La società - per la quale si ipotizza anche un'eventuale quotazione in Borsa e l'apertura ad altri partner privati - dovrebbe vedere inizialmente il conferimento, da parte dei due soci, di impianti elettrici invece di capitali: l'Eni, ad esempio, dovrebbe apportare tutti quelli che producono energia elettrica per gli stabilimenti delle principali società del gruppo mentre l'Enel dovrebbe apportare centrali di uguale potenza.
Complessivamente la nuova società dovrebbe disporre di centrali con una potenza di oltre 4000 megawatt e superare così gli attuali maggiori produttori privati che sono la Edison e la Sondel.