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Segreteria Rinascimento - 5 maggio 1997
Da "Il Corriere della Sera" del 5 maggio 1997

FINI: IL PRESIDENTE NON E PIU IL GARANTE DI TUTTI

Il leader di An accusa il capo dello Stato di "presidenzialismo strisciante: forse vuole mettere sotto tutela il premier per poi fare un esecutivo tutto suo"

"Quando bacchetta Prodi lo fa solo perché il governo non cada". "I suoi giudizi contro Bruxelles danneggiano il Paese"

di Francesco Verderami

ROMA Esordisce raccontando un episodio: "All'aeroporto, dopo la manifestazione di Milano, ho incontrato degli elettori del Polo che rientravano in Sardegna. Uno di loro, con in mano un bandierone del Ccd, si è avvicinato e mi ha detto: "Bravo, hai fatto bene a cantarle a Scalfaro". Gianfranco Fini si fa scudo dell'aneddoto per restituire il calcio negli stinchi al segretario del Ccd Pier Ferdinando Casini, che lo critica per l'attacco al capo dello Stato. Ma l'episodio gli serve anche per tornare a muoversi contro Scalfaro, che dal Kazakhstan respinge le accuse del presidente di An e sostiene di non difendere il governo ma gli interessi di patria. Soddisfatto? Niente affatto. Il leader di Alleanza nazionale non cede, anzi rilancia: "Come si fa a non vedere che Scalfaro fa politica? E come si può criticare chi, come me, dinanzi a un capo dello Stato che fa politica, rivendica il diritto di criticarlo? Per questo ripeto: Scalfaro non sta difendendo gli interessi della patria ma quelli del governo. Ed è facilm

ente dimostrabile: ammesso e non concesso che Scalfaro sia sincero, mi domando se si rende conto che così non aiuta l'Italia. Che in futuro, quando si tratterà di tradurre in decisione politica i numeri, quella commissione potrebbe ricordarsi dei giudizi sprezzanti del capo dello Stato. Lui non può non sapere che al consesso di Bruxelles spetta proprio il compito di esaminare i numeri e dunque quel suo riferimento al calcolo ragionieristico della commissione è del tutto improprio oltre che sbagliato. Eppoi non sono l'unico a criticarlo. Perfino Massimo Biva, esponente di sinistra, ha definito del tutto inopportune le esternazioni del presidente della Repubblica. Allora, siccome Scalfaro non agisce in modo sprovveduto "

Agisce in malafede?

"Io dico solo che è sorprendente che questa diffidenza nei confronti di Bruxelles venga proprio da lui".

In che senso?

"Tutti ricordano cosa accadde dopo la caduta del governo Berlusconi. Il Quirinale allora fece di tutto perché non si andasse a votare, motivandolo con il fatto che all'Italia sarebbe toccato il turno di presidenza dell'Unione europea". Allora c'era Dini a palazzo Chigi.

"E quello fu l'ultimo governo del presidente. Oggi non so se il capo dello Stato voglia mettere sotto tutela anche Prodi in attesa di realizzare un altro governo tutto suo. Oggi dimostra di avere un nesso stretto con questo governo e la sua maggioranza. Un nesso troppo stretto. che mi ha ormai convinto di una cosa: Scalfaro non è più il garante di tutti".

Beh, di bacchettate a Prodi ne ha riservate parecchie.

"Sì, ma per evitare che gli errori di Prodi fossero fatali al governo. Basta guardare gli atti. Il vertice sull'emergenza lavoro, per esempio: Scalfaro chiamò al Quirinale gran parte dell'esecutivo e non un esponente dell'opposizione. Come se noi non avessimo nulla da proporre. No, il comportamento del capo dello Stato è politicamente inaccettabile, il suo è un formidabile esempio di presidenzialismo strisciante. Non sarò certo io a dichiararmi contrario al presidenzialismo, ma un presidenzialismo senza regole si trasforma in un arbitrio e interferisce nella dialettica politica".

Onorevole Fini, non sarà rimasto prigioniero dei vecchi retaggi del passato?

"Vedremo già nelle prossime ore se mi sbaglio. Il governo si prepara a chiedere la fiducia sulla manovrina che è stata bocciata in commissione Bilancio alla Camera. Vedremo se il presidente Scalfaro interverrà: si è sempre detto un parlamentarista convinto, no? Vedremo se alzerà la voce contro chi sta imbavagliando il Parlamento a colpi di fiducia e ne sta inficiando la sovranità. Io mi auguro che Scalfaro intervenga, altrimenti si dimostrerà che è di fatto schierato con la sua maggioranza".

Non è che con questi ripetuti attacchi, una volta a Prodi, un'altra a D'Alema, un'altra ancora a Scalfaro il Polo cerchi di nascondere la sua crisi e le sue crepe?

"Questo mi sembra un processo alle intenzioni non c'è un solo atto politico che dimostri questa tesi".

E il voto a D'Alema presidente della Bicamerale che spaccò il centrodestra?

"A quel vulnus si è posto riparo. Oggi il Polo è concorde nella strategia. Nella Commissione bicamerale abbiamo detto sì al dialogo ma abbiamo anche fissato delle colonne d'Ercole oltre le quali non si può andare".

Ne è certo? Perché il problema irrisolto del conflitto di interessi sembra continui a pesare sul Polo.

"Per An no. E lo dimostra la nostra azione politica. Sulle riforme istituzionali ripetiamo che il nostro consenso è subordinato all'elezione diretta del capo del governo; sulla giustizia la nostra posizione è inattaccabile; sull'emittenza abbiamo posto con forza il problema del pluralismo all'interno della Rai".

Sarà, ma il Polo mostra di non avere una strategia precisa: un giorno Berlusconi dice che bisogna dare una spallata a Prodi per varare un governo delle larghe intese_

"Intanto i governi cadono per collasso delle loro maggioranze non per una spallata dell'opposizione. Quanto alle larghe intese, ogni volta che Berlusconi le ha proposte ha sempre dovuto registrare la chiusura di chi, nella maggioranza, avrebbe dovuto offrirgli una sponda".

E infatti il giorno dopo Berlusconi dice che bisogna andare a votare. Non appare una grande strategia.

"Io dico che bisogna saper attendere che questa maggioranza giunga al capolinea".

Nel frattempo continuerete l'ostruzionismo in Parlamento?

"Beh, non mi pare che in Parlamento si possa fare tanto ostruzionismo visto l'uso continuo della fiducia da parte del governo. E Prodi metterà la fiducia sulla manovrina non per l'ostruzionismo del Polo ma per le divisioni della sua maggioranza. E quando metterà la fiducia sul pacchetto Treu per il lavoro Prodi non la metterà per l'ostruzionismo del Polo ma sempre per le divisioni della sua maggioranza".

Torniamo alle divisioni nel Polo: oltre alle tentazioni di Berlusconi con D'Alema, ci sono i centristi che sentono il "richiamo della foresta" dc. Preoccupato?

"Io sono un convinto assertore del bipolarismo e sono certo che anche i miei alleati lo siano. E anche se dovessi sbagliarmi sul loro conto, sarebbero costretti dai fatti a prendere atto che il bipolarismo non si può archiviare disinvoltamente".

Basterebbe una nuova legge elettorale e...

"Lo so che c'è chi nell'Ulivo preme per un ritorno al proporzionale".

Se guarda bene, anche nel Polo.

"Lo so, lo so. E so anche che alla fine si annulleranno a vicenda. Dal bipolarismo non si torna indietro".

Tutto dipenderà dagli esiti della Bicamerale: a proposito che ne pensa dell'ultimatum sulle riforme di D'Alema al centrodestra?

"Quale ultimatum: quello di chi è disperato? D'Alema deve capire che non siamo dei gonzi. Faccia lui la prima mossa".

 
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