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Notizie lista Pannella
Segreteria Rinascimento - 8 maggio 1997
Da "L'Opinione" dell'8 maggio 1997 pag.1

LE INCERTEZZE DI CONFINDUSTRIA SUI REFERENDUM

Di Cristina Missiroli

Appoggiare oppure no la campagna sulla liberalizzazione del lavoro che i Riformatori si preparano a mettere in campo? Ieri pomeriggio, Confindustria ha riunito il suo direttivo, anche per decidere che fare riguardo ai referendum che i pannelliani continuano a sfornare al ritmo di qualche decina a settimana. La linea dell'associazione degli industriali sembra sia rimasta quella tracciata dal responsabile del centro studi, Guidalberto Guidi, all'indomani del primo incontro con i collaboratori di Marco Pannella. In breve: Confindustria condivide molto, apprezza abbastanza, sosterrà sufficientemente, ma si esporrà con parsimonia e pagherà pochino. E forse promuoverà al proposito un gruppo di studio insieme ai Riformatori. Il fatto è che i referendum sono iniziative in un certo senso violente, che non lasciano spazio per mediazioni e aggiustamenti. Sono stoccate rivoluzionarie al sistema e possono suscitare il disappunto di chi, al contrario, vorrebbe conservarlo. E se Pannella al disappunto c'è abituato, Innocen

zo Cipolletta lo è molto meno. Soprattutto a quello dei difensori dello stato assistenziale. Malgrado al ruolo che ricopre, il direttore generale di Confindustria ha un cuore che batte a sinistra. Dove per sinistra s'intende quella rifondante e snob, quella dei Valentini Parlati e del Manifesto. Non è un caso che due anni fa, in occasione di uno dei tanti appelli per la sopravvivenza del quotidiano comunista, Cipolletta sia corso in soccorso sottoscrivendo, a titolo personale, una quota generosa. E' ovvio che la sua opinione conti molto sulla decisione sul tipo (e sul grado) di impegno che la confindustria spenderà nella campagna referendaria. E c'è da scommettere che il cuore del direttore generale si farà sentire. Di certo, tra i vari rappresentanti di viale dell'Astronomia con i quali i pannelliani hanno discusso l'argomento referendum, Cipolletta è quello che si è dimostrato più freddo. Molto più freddo, ad esempio, del vice direttore generale Rinaldo Fadda che, da qualche tempo, ha cominciato a temere f

ortemente le conseguenze del governo dell'Ulivo e l'arroganza di Cgil, Cisl e Uil. Tanto da cercare con insistenza vie alternative di dialogo sindacale. Il fatto è che Fadda (come tanti altri) vede con terrore l'emorragia di iscritti all'associazione degli industriali. Un'emorragia continua e inarrestabile negli ultimi tempi. E questo è uno dei motivi per cui, nel sindacato degli industriali, si va facendo strada una corrente che preferirebbe una linea più ferma e decisa. Soprattutto per non perdere terreno rispetto alle associazioni più piccole e aggressive. Tra questi imprenditori ce ne sarebbero parecchi che sarebbero disposti a sposare i referendum pannelliani, ma che nutrono ancora alcune perplessità. C'è chi ha ancora la speranza di arrivare ad una seria riforma della legislazione sul lavoro attraverso la normale via parlamentare. Ma, nella maggior parte dei casi, il timore degli industriali è legato al pericolo di eccessiva politicizzazione della campagna referendaria. Per il momento, infatti, i Club

Pannella hanno presentato in Cassazione una quarantina di quesiti, alcuni dei quali di carattere più sociale che economico: una circostanza che spaventa non poco gli associati di Confindustria. La questione rimane sospesa: per gli industriali i referendum continuano ad essere "una delle mille vie" per arrivare alla riforma. Troppo poco per i Riformatori. Così ieri sera, Pannella ha rigirato la frittata. Inviando, a ciascun componente del direttivo di viale dell'Astronomia, una lettera (firmata anche dal commissario europeo Emma Bonino e dal segretario nazionale Paolo Vigevano) con cui offre il sostegno suo e del movimento qualora la Confindustria decidesse di promuovere, in prima persona, alcuni referendum sulle libertà economiche e sul lavoro. E ora attende nuove notizie.

 
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