REFERENDUM, LA BATTAGLIA DI PANNELLA CHE OGGI NE PRESENTE ALTRI DIECI
Il leader riformatore, con quelli che depositerà questa mattina, si prepara a chiedere agli italiani di pronunciarsi su bel 43 quesiti. Ma per portare avanti il suo progetto vuole il sostegno di partiti e di altre forze organizzate. L'attenzione di Confindustria.
Comincia la corsa contro il tempo: la firme vanno raccolte entro il 30 settembre.
Di Stefano Caviglia
Roma Un nuovo esercito di referendum bussa alle porte. A metterlo in marcia è naturalmente Marco Pannella che, con l'ultimo gruppo in arrivo oggi alla Corte di Cassazione, ha messo insieme ben 43 quesiti su cui far pronunciare gli italiani: dalla proposta di abolizione della quota proporzionale per l'elezione sia alla Camera che al senato all'eliminazione dei permessi sindacali retribuititi, dall'abolizione del monopolio dell'Inail nelle assicurazioni contro gli infortuni alla separazioni delle carriere dei magistrati, solo per fare qualche esempio. Una specie di rivoluzione da realizzare per via referendaria. Attenzione, però. I referendum sono stati tutti messi in campo, ma al momento non è neppure certo che ci sarà raccolta di firme, perché i riformatori lanciano una sorta di ultimo appello: se ci sarà l'aiuto di una forza organizzata, capace di dar un sostegno significativo, bene, altrimenti il movimento dei club Pannella è pronto a battere in ritirata per mancanza di truppe. L'appello è, rivolto sopratt
utto agli imprenditori, su cui il leader radicale punta tutto per questa campagna referendaria. "Abbiamo individuato tutti i referendum che possono liberare il lavoro, l'impresa il mercato italiano ha detto Pannella, che due giorni fa ha incontrato il presidente degli industriali Giorgio Fossa quindi offriamo ala Confindustria il nostro massimo impegno". Di tempo, però non ce n'è più molto. "Siamo in zona Cesarini prosegue e ci auguriamo che queste nostre iniziative referendarie, che sono la trascrizione delle esigenze di cinque milioni di piccoli imprenditori e delle grandi esigenze di libertà di mercato,. Vengano sostenute da chi le propone e avranno il loro aiuto". Il ragionamento non fa una pie: dal momento che i club pannelliani hanno scelto i temi che da anni sono veri e propri cavalli di battaglia per gli imprenditori, si aspetta di poter combattere fianco a fianco con l'esercito della Confindustria. Da Viale dell'Astronomia non è arrivato ieri quel che si è aperto e deciso che si sperava la quarti
er generale dei club Pannella, ma neppure una chiusura. Al termine del direttivo della Confindustria si è deciso di istituire una commissione che prenderà in tempi brevi una decisione, riconoscendo da un lato il valore dei referendum proposti da Pannella, ma dall'altro indicando nell'attività del Parlamento la via maestra delle riforme. "Il consiglio direttivo si legge nella nota della Confindustria ha dato mandato alla presidenza di assicurare il massimo sistema di informazione sulla iniziativa referendaria ". La decisione, insomma, ancora non c'è. Ai club Pannella rispondono in modo diplomatico. L'unico commento è quello di Benedetto della Vedova, uno dei cinque segretari del movimento: "E' un passo in avanti. Si tratta di capire dove porta. Lo faremo nei prossimi giorni con una serie di colloqui a spron battuto". Ma poi aggiunge, con un velo di amarezza: "Evidentemente non è facile dire di no alle nostre iniziative". In ogni caso al quartier generale del movimento di pannella sono già pronti per la gran
de corsa. "Abbiamo già speso 400 milioni per l'acquisto della carta spiega Della Vedova anche se sappiamo bene che avremo delle molte difficoltà: La raccolta delle firme deve partire molto rapidamente, altrimenti non abbiamo possibilità di farcela". Già, perché se non riescono a presentare le firme alla cassazione entro il 30 settembre, i referendari vedranno slittare i loro quesiti al 1999, decisamente troppo tardi per i loro gusti. Ed essendo il mese di agosto chiaramente fuori giuoco per la raccolta delle firme, dovrebbero far tutto entro la fine di luglio. Possono farcela? Forse, ma solo se una grande organizzazione nazionale, come è la Confindustria, decide di dargli la mano. E le critiche che in modo particolarmente aspro negli ultimi mesi vengono rivolte a tutti i referendum e alla disinvoltura pannelliana nel farvi ricorso? Non turbano minimamente i generali di questa nuova impresa referendaria. "La verità prosegue Della Vedova è che sparare contro chi di noi e contro i referendum sono soprattut
to i partiti e delle grandi organizzazioni sindacali. Ovvero proprio quelle organizzazioni che hanno una rappresentanza ormai minoritaria nella società. Dicono che i problemi andrebbero affrontati per via parlamentare. Ma poi se uno va a vedere quanto tempo ci mette il Parlamento ad affrontare una questione capisce che solo grazie a noi si dà risposta a esigenze sempre più diffuse nella società". La presentazione dei quesiti è avvenuta in tre scaglioni. Il primo il 30 aprile scorso, con 20 quesiti, a cui si sono aggiunti i 13 di due giorni fa e infine i 10 di oggi. La maggior parte riguarda la vita economica. Si propone l'abolizione dei contributi associativi trattenuti dall'Inps per le organizzazioni sindacali, l'abolizione dell'obbligo di registrazione di una testata giornalistica (entrambi fra quelli presentati oggi), la soppressione dei contributi previdenziali pagati ai lavoratori che interrompono la loro attività per mettersi in aspettativa sindacale, l'abolizione del monopolio pubblico del collocament
o e di assunzione attraverso lo stesso ufficio; la liberalizzazione dei contratti parttime e a tempo determinato, l'abolizione immediata delle pensioni di anzianità, la soppressione dell'obbligo (già cassato, ma successivamente reintrodotto) dei tre maestri nella scuola elementare, la legalizzazione delle droghe leggere.