GLI ORDINI A CACCIA DI REGOLE PER IL 2000
Il lavoro professionale si confronta con il mercato fra le proposte di referendum e l'istruttoria dell'Antitrust. Il ministero di Grazia e giustizia, che ha avviato un'indagine, punta a una legge quadro.
Di J.M.D.
MILANO - Sospesi fra critiche e indagini conoscitive, fra proposte di legge quadro e di referendum abrogativi, gli Ordini professionali italiani fanno i conti con la nuova vita quotidiana, con il mondo che naviga in tempo reale. E cercano di capire se il futuro apparterrà ancora a loro o se, invece, prenderanno il sopravvento nuove forme di organizzazione professionale. Le accuse sono pesanti: gli Ordini, dicono i detrattori, inquinano il mercato, producono rendite 2familiari" al di là di ogni regola di mobilità sociale, proteggono a oltranza i loro membri e attuano una sorta di "numero chiuso" per l'accesso al lavoro. La difesa passa attraverso la considerazione della possibilità di garantire i cittadini, della capacità di imporre regole deontologiche. Ma che qualcosa debba cambiare, che la caccia alle regole del 200 sia aperta ormai lo riconoscono tutti. C'è chi, come il Movimento dei Club Pannella Riformatori, ha scelto la strada "dura e pura" della lotta referendaria: solo un'approvazione sul filo di lan
a potrebbe impedire la consultazione sull'abrogazione dell'Ordine dei giornalisti. E il Movimento ha anche depositato alla Corte di cassazione un quesito per l'eliminazione dell'Ordine dei farmacisti. Ci sono però altri soggetti istituzionali - a cominciare dal ministero di Grazia e giustizia - che spingono per un adeguamento del sistema, con la collaborazione degli Albi, con l'obiettivo di raccogliere il meglio dell'esperienza passata conciliandolo con la nuova situazione del mercato del lavoro, ben rappresentata dalle 142 associazioni in cui si riuniscono le nuove professioni. Così il ministero di Grazia e giustizia ha avviato il 19 marzo un'indagine per varare una legge quadro che trovi la via di mezzo fra deregolamentazione selvaggia e protezionismo. Mentre il Cnel ha approfondito il problema del ruolo delle associazioni non regolamentate e proposto un meccanismo binario basato su professioni riconosciute in concorrenza con quelle certificate dalle associazioni. Sullo sfondo l'indagine avviata nel dicemb
re del 1994 dall'Autorità antitrust, in dirittura d'arrivo, che ha cercato di verificare quanto l'organizzazione ordinistica sia compatibile cono un sistema che vuole massimizzare i vantaggi legati al libero mercato. La soluzione è tutta da trovare: ma che, al di là degli oltranzismi, ci sia la necessità di regole lo testimoniano le iniziative legislative nate in Parlamento e i progetti di razionalizzazione formulati all'interno degli stessi Ordini. In questa prima puntata vediamo, in particolare, le proposte che riguardano gli avvocati, concentrandoci sull'operato delle Camere.