NO AL FRUTTO DELLA BICAMERALE, ASPETTANDO CONFINDUSTRIA
Pannella: "Qualsiasi compromesso sulle riforme è inaccettabile. Se si arriverà al referendum, faremo campagna per il "no"
Di Cristina Missiroli
Questa mattina alle 11, dopo una notte passata a valutare punto per punto le risposte di Confindustria, Marco Pannella si presenterà, insieme ad Emma Bonino, di fronte ai giornalisti per "valutare lo stato di preparazione e di intesa per l'eventuale campagna referendaria". Perché, malgrado i titoli dei giornali, ("Pannella seduce la Confindustria", La Stampa) non è ancora detta l'ultima parola: se l'appoggio non sarà ritenuto sufficiente, i referendum rimarranno al palo. "Ancora non abbiamo deciso - spiga il leader radicale - abbiamo di fronte a noi una nottata di riunioni".
Avete ottenuto il sostegno ufficiale di Confindustria. Vi aspettavate qualcosa di più?
Prendo atto di quel che i rappresentanti degli industriali hanno dichiarato ufficialmente. E cioè che su alcuni quesiti il loro sostegno sarebbe pubblico, ufficiale e non secondario. Prendo atto di questa cosa, positivamente. In ogni caso ora si tratta di capire quali garanzie di efficacia offrono. Aloro stessi, prima che a noi.
Confindustria ha istituito una commissione per i referendum con la quale vi siete già incontrati. Avete discusso nel merito di alcuni quesiti?
Sono in corso alcuni scambi di idee.
Sembra che gli industriali siano perplessi per la possibilità che il loro appoggio ai referendum economici sia associato dalla pubblica opinione ad un appoggio ad altre battaglie che , invece, non condivido affatto. Quello sulla droga o sulla legge Merlin.
Esprimono il loro giudizio su ciascun referendum, soprattutto su quelli che interessano loro. Per il resto , possono dare opinioni sull'eventuale carattere controproducente di un pacchetto complessivo che crei contraddizioni. Io non credo che esista un problema del genere. Ma ritengo sia legittimo che qualcuno abbia questo genere di preoccupazioni.
L'impegno di Confindustria è ridotto all'informativa presso gli associati. Almeno è quel che si legge nel loro comunicato.
Ma il comunicato è contraddetto da un virgolettato che recita "sostegno ufficiale e sostanziale in tutti i modi e in tutte le sedi".
Il che vuol dire anche che potrete contare di più sui loro organi di stampa?
Questo, eventualmente, verrà dopo. Personalmente, mi pare evidente che Il Sole 24 Ore risponde molto di più alla tradizione di Confindustria: è un giornale che si muove nell'ottica delle dialettiche interne al potere, non è un organo di opposizione. Il carattere della presidenza Fossa, al contrario, è, da questo punto di vista, molto diverso. Per non dire opposto.
Anche Fedele Confalonieri dice un gran bene di questi referendum economici. Si spalancheranno le porte delle sue tv?
La posizione di quelli che si combattono è sempre chiara, quella di chi dice di appoggiarci molto meno. La storia mi insegna che quanti dicono di approvare le nostre battaglie finiscono poi per tenere un atteggiamento di non impegno, di conservazione. Succede così nel 99 per cento dei casi.
Avete già avuto contatti per la nuova campagna referendaria con le altre forze politiche, ad esempio con Forza Italia?
No, non esistono contatti. Voglio dire che se presi singolarmente, molti deputati si dicono d'accordo, chi più chi meno. Ma poi, in nessuna manifestazione pubblica, a nessun livello, si è mai sentita una parola di Fini o di Berlusconi (per non parlare di Casini o Buttiglione) a favore dei referendum. Neanche a pgarla oro. Ed è attraverso i mass media che si comunicano le posizioni politiche. A quelli che mi accusano di avere pregiudizi, dico solamente di andarsi a ricercare una sola dichiarazione pubblica in sostegno dei referendum come strumento di lotta possibile. La verità è che si tratta di uno strumento di lotta e i leader del Polo lo maneggiano con molta, molta cautela. Per non dire con estraneità.
La campagna referendaria costa, con la Confindustria avete parlato di finanziamenti?
No. Anzi ho tenuto a sottolineare che non abbiamo neppure voluto toccare l'argomento. Perché il primo problema è l'intesa politica.
Dopo gli ultimi colloqui e questa adesione di Confindustria, siete pronti a sciogliere la riserva: pensate di partire oppure no?
Vedremo gli sviluppi dei prossimi giorni. Dobbiamo ancora affrontare delle lunghe riunioni interne per valutare le ultime risposte e decidere il da farsi. Siamo pronti a partire e prontissimi a non partire.
Oltre ai vostri, c'è nell'aria un altro referendum: quello sull'eventuale progetto di riforma che verrà fuori dalla Bicamerale. Già si sta formando uno schieramento per il "no". Lei che parte avrà?
Ho già dichiarato che noi, sin da ora, ci prepariamo alla campagna per il "no". L'ho detto a fine marzo, e lo ripeto: non esiste per noi alcuna possibilità di non fare un'opposizione durissima. Perché la gamma dei risultati possibili, anche nella migliore delle ipotesi, è sicuramente troppo lontana dall'accettabile.