"CASALINGHE MASCHILISTE"
"Case chiuse", le donne si dividono. Rosy Bindi: "Che delusione, non me lo aspettavo"
di Marina Cavallieri
ROMA "Che proposta maschilista", dice delusa Silvia Costa. "Non me l'aspettavo da un'assemblea di donne", aggiunge severa Rosy Bindi. Casalinghe, che sbaglio... Il ministro della Sanità e la presidente della Commissione pari opportunità non approvano la proposta dell'assemblea delle Federcasalinghe: spazzare via la prostituzione dalle strade, circoscriverla, relegarla in controllate e periferiche case chiuse. Donne divise sulla prostituzione e sul fantasma nostalgico che sempre ritorna del bordelloghetto. Ma come è già accaduto in passato le donne al governo non cambiano idea e rilanciano: non si risolve il problema del commercio del sesso ghettizzandolo, l'unica risposta è la guerra alle organizzazioni criminali, ai racket che hanno creato una nuova schiavitù. Ma al termine dell'ottavo congresso nazionale della federazione più che di nuova prostituzione si è parlato di vecchie soluzioni: è stata approvata la bozza di proposta di iniziativa popolare che limita la prostituzione alle "persone maggiorenni" pur
chè esercitino "esclusivamente in luoghi chiusi o nelle proprie abitazioni". L'obiettivo è quello di "togliere dalle strade prostituzione e malattie, liberando le famiglie dal degrado in cui sono ridotte le periferie delle nostre città". "Preferisco ha detto tenace nella sua proposta la presidente Rossi Gasparrini, sottosegretario al Lavoro del governo Prodi che siano ghettizzate le prostitute, in determinate zone, luoghi o parti di città piuttosto che vedere famiglie e bambini ostaggio della prostituzione nei loro quartieri". Ora inizierà la raccolta di firme per poter presentare la proposta in Parlamento dove molti sono disposti a sponsorizzarla. Il Club Pannellariformatori propone un referendum sulla legge Merlin, pronta anche una proposta di tredici senatori di An favorevoli alle case chiuse. "Non è una soluzione per un problema grave come quello della prostituzione, ma solo un modo per ghettizzarlo", ha commentato Rosy Bindi che proprio ieri al Consiglio dei ministri ha votato contro una legge della r
egione Veneto proprio in materia di "disciplina sanitaria" della prostituzione. Il ministro: "Sono un po' meravigliata che una proposta come questa venga da un'assemblea di donne, e per di più casalinghe, una categoria che in un certo senso ha sempre esaltato il ruolo della donna nella società. Non è certamente una soluzione sollevare ogni responsabilità attraverso la legalizzazione e la liberalizzazione della prostituzione". Contro la legalizzazione del bordelloghetto e la prostituzione considerata al pari di qualsiasi altro lavoro si inalbera battagliera Silvia Costa: "La proposta è sbagliata e inaccettabile. Le case chiuse sono la risposta antica a un problema nuovo. Oggi infatti siamo di fronte ad una nuova forma di sfruttamento, alla riduzione in schiavitù di molte ragazze extracomunitarie. La nuova prostituzione è legata a potenti organizzazioni criminali che si dedicano al traffico di donne come una volta accadeva con lo spaccio di droga. Proprio perchè gli Stati sono più vulnerabili, meno pronti ad
affrontare questa nuova piaga sociale". Una metamorfosi che impone nuove scelte: "Occorre rivedere il codice penale, prevedere il reato di traffico delle persone umane". Un no anche dal Moica, la seconda associazione di casalinghe. E contro le case di tolleranza, ghetti di Stato si schiera anche Carla Corso presidente del Comitato per i diritti civili delle prostitute. "Lo Stato non può legalizzare la prostituzione. Il problema delle donne sulle strade è il problema delle immigrate che vengono da paesi in cui c'è fame e guerra, la risposta è in una legge sull'immigrazione più sana e sicura". Dopo anni di battaglie per i diritti delle prostitute Corso osserva: "Vendere il corpo per una donna non è il massimo ma deve poterlo fare in tutta libertà".