TREMONTI: <>Di Katia Ferri
"La bocciatura europea? Hanno ragione i ragionieri". E' questo il laconico commento dell'ex ministro delle Finanze Giulio Tremonti, con un riferimento non troppo coperto a quanto aveva dichiarato polemicamente il presidente della Repubblica Scalfaro nei confronti dei "ragionieri europei, troppo attenti ai numeri". Sul fronte opposto il responsabile economico di Rifondazione Comunista Nerio Nesi commenta negativamente la notizia della lettera con la quale la Comissione Europea raccomanda all'Italia interventi per migliorare i propri conti pubblici, e, in un'intervista al GR1 rai afferma: "mi domando dove erano i rappresentanti italiani che l'Italia e non San Marino, ha mandato a Bruxelles, i signori Monti e Bonino; come hanno potuto consentire una cosa di questo genere?". Nesi, che critica anche il richiamo del Fondo Monetario Internazionale sulla situazione delle pensioni ("trovo ridicolo che dia istruzioni all'Italia"), affronta poi il nodo del confronto tra Governo e parti sociali che si avvierà martedì, r
ibadendo che Rifondazione Comunista "non cambierà idea perché è arrivata una lettera: vedremo - dice - tutto quello che non comincia con "tagliamo" è discutibile". "Vorrei leggere il documento - dice invece il presidente della Stet Guido Rossi, dopo aver avuto l'assicurazione di non ricevere alcuna domanda sulle telecomunicazioni - ma per ora posso dire che ben vengano questi richiami se servono a provocare comportamenti più corretti". Più loquace l'ex ministro dell'industria Paolo Savona, che ricorda che "il Governo ha preso l'impegno di presentare il piano di convergenza a fine maggio e bisogna aspettare. Ci saranno poi le considerazioni finali del Governatore della Banca d'Italia e quindi potremo tirare le somme sull'interpretazione e l'azione della politica fiscale e monetaria". Poi Savona ritorna alla sua tesi preferita, secondo la quale "è inutile inseguire i temi statisticoeconomici perché il problema dell'ingresso dell'Italia è squisitamente politico e su questo livello troverà la soluzione". E Savon
a ribadisce che l'Italia "deve rispettare i parametri" ma che l'Unione europea "si coprirebbe di ridicolo" se ci tenesse fuori "per un pugno di centesimi". "Quello che dobbiamo fare lo sappiamo, è scritto sul marmo - taglia invece corto Ennio Presutti, presidente degli industriali milanesi - se la politica saprà realizzarlo entreremo in Europa, altrimenti no".