PETRINA: "MEGLIO GIUDICATI DAL POPOLO CHE DA QUESTI PARLAMENTARI"
Il presidente dell'Ordine dei Giornalisti replica a Passigli: "Era peggio la sua proposta che il rischio dei referendum"
"Stefano Passigli ha detto che sono conservatore e miope. Sappia invece, il senatore di Sinistra Democratica, che io ci vedo benissimo". Parola di Mario Petrina, parola di presidente dell'Ordine Nazionale dei Giornalisti. Felice di aver evitato, l'altro ieri, "l'abolizione dell'Ordine per legge, da parte di chi voleva evitare il referendum che abolisce l'Ordine". Nessun gioco di parole, ma la consapevolezza di avere a che fare con chi, "partendo con il lodevole intento di evitare il referendum, suggeriva un rimedio peggiore del male: la siringa morale. E mi meraviglio che il segretario della Federazione della Stampa non abbia compreso i rischi della proposta Passigli". Proposta che prevedeva, fra l'altro, l'istituzione presso il garante per l'editoria di un albo nazionale e di una commissione di vigilanza? Già la parola vigilanza mi fa accapponare la pelle e, pensando a una forma di censura, noto come si stiano sfondando gli argini con tutte le vigilanze di questo mondo. E con i continui attacchi ai giornali
sti. Anche da parte di alcuni magistrati. Allora se c'è qualcuno che ha voglia di bavaglio lo dica, anzichè studiare forme surrettizie. Si riferisce ancora a Passigli? A quel passaggio della riforma che recita così: "può accedere all'albo, chi ha una laurea in Scienze dell'informazione di indirizzo giornalistico o, altra laurea integrata da un corso di specializzazione biennale svolto presso gli istituti di istruzione universitaria o, altre strutture formative a ciò specificamente abilitate dal ministero dell'Università e della ricerca scientifica". Tanto per complicare un accesso alla professione che noi tentiamo di liberalizzare, tanto per far saltare le scuole di giornalismo autonomo create dall'Ordine. Per dipendere dal governo, perchè il ministro che avrebbe dovuto autorizzare la scuola di giornalismo avrebbe pure deciso che insegnanti prendere. Insomma: sotto il governo. Perchè il ministero è il governo; oggi c'è Prodi, domani D'Alema, dopodomani Berlusconi. Invece, io, non intendo dare colorazioni. Ed
evitare un rischio di totale lottizzazione? Non so se poi si può lottizzare ogni testata. Non so cosa può accadere, so solamente che così viene violata l'autonomia dei giornalisti. A questo punto preferisco si vada al referendum. Per il non quorum? Certamente, perchè se devono mettere altri lacci e laccioli alla professione, io voglio il non quorum. Dopo di che l'Ordine proporrà, con la maggior forza possibile, la riforma della legge riguardante l'accesso alla professione e la deontologia. Ma se la maggioranza dei cittadini dovesse recarsi alle urne, magari scegliendo il "si"? Benissimo, vale a dire che è dimostrato quanto io ma spero ancora di avere torto dicevo da tempo: nessuna regola significa la giungla, e quanti hanno voluto abbattere l'Ordine (Pannella, parlamentari e colleghi compresi), si renderanno conto che fanno un danno ai cittadini. La prima conseguenza, poi, sarà una deregulation totale e alla fine, in questo paese, tutti saranno giornalisti. Ancora Passigli e la sua riforma: nel leggerla
appare chiaro che per quella dell'Ordine, di riforma, non c'è alcuno spazio? Sembra anche a me. Ho però visto che ci sono altre proposte intelligenti; quella della senatrice Carla Mazzuca, quella dell'onorevole della Rete Rino Piscitello. Si può quindi lavorare su alcuni testi che sono stati presentati da senatori e deputati che hanno avuto il piacere di chiamare il presidente dell'Ordine. Mentre il rappresentante di Sinistra democratica? Ha parlato soltanto con il presidente dell'Ordine della Lombardia e con il segretario della Federazione della Stampa, suppongo. Violando il buon galateo istituzionale, perchè anche noi siamo un'istituzione. Non però il quarto potere che vorrebbe Irene Pivetti? Apprezzo molto la volontà della Pivetti; il dire che la professione giornalistica deve essere un potere costituito per dare maggiore forza all'autotutela dell'informazione. E per evitare pericolose dipendenze? Certo, ma io intanto guardo ai tempi. Per ora mi prefiggo di battere Pannella al referendum. Tutelando così
lo stesso Parlamento, che mi sembra a volte vada ad inseguire proprio Pannella che (se per i prossimi quesiti referendari non potrà contare sul quorum), sarà finalmente costretto ad una selezione della decina dei referendum che vuole proporre, sostanzialmente delegittimando il Parlamento Quindi? Se io fossi un parlamentare di questa repubblica (di qualsiasi parte: di destra, di sinistra, come del centro), eviterei il successo dei referendum. Quanto meno per rispetto della propria funzione e dei cittadini che mi hanno eletto.